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Cronaca

Il Covid-19 avanza, i sindaci: "Servono tamponi rapidi e convenzioni coi laboratori"

Gli amministratori della provincia hanno scritto a Roma e a Palermo: "Preoccupati per la mancanza di collegamenti viari e di strutture sanitarie, gli attuali ospedali potrebbero non reggere ad ulteriori aumenti di ricoveri"

Non è soltanto il quadro epidemiologico, allarmante in tutta la penisola, a preoccupare. Ma "la mancanza di strutture sanitarie e l'isolamento geografico dovuto alle carenti infrastrutture viarie". E così come già evidenziato dall'Ordine dei medici, la tenuta degli ospedali della provincia "che potrebbero non reggere ad una ulteriore avanzamento della pandemia".  Ad Agrigento e provincia - stando all'odierno report dei dati di sorveglianza epidemiologica dell'Asp - si è arrivati ad un totale di 1.330 contagiati, di cui 718 in trattamento domiciliare e 82 ricoverati (58 in ospedale e 24 in strutture a bassa intensità di cure).  

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Temendo che "l’aumento costante dei casi di coronavirus possa degenerare in una emergenza sociale difficilmente fronteggiabile", i sindaci dell'Agrigentino hanno scritto al presidente della Regione, all'assessorato regionale alla Sanità, all'Asp di Agrigento, al ministro della Salute e al commissario per l'emergenza Covid-19. Sono proprio i sindaci, del resto, i responsabili della salute dei concittadini. Gli amministratori non si sono certamente improvvisati specialisti in Epidemiologia, ma hanno fatto delle richieste precise per potenziare, e in tempi brevi, l'azione di prevenzione dalla diffusione del virus.

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Chiedono - esattamente come sta avvenendo in altri punti della Sicilia e dell'intera nazione - tamponi rapidi per una tempestiva individuazione dei casi di Covid-19, test che devono poter essere effettuati dai medici di base. Invocano il potenziamento dei laboratori di analisi dei distretti sanitari per effettuare un maggior numero di tamponi, ma anche apposite convenzioni con questi laboratori privati. Serve "aumentare il personale per la tracciabilità dei contatti dei soggetti affetti da virus - scrivono i sindaci dell'Agrigentino -, ed effettuare ovunque in provincia tamponi rapidi nelle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado dove è prevista la didattica in presenza".

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E poi c'è quella che, in silenzio, è diventata una nota dolente: i vaccini antinfluenzali. "Si forniscano ai medici di base vaccini anti-influenzali per le vaccinazioni dei bambini da 0 a 6 anni e alla popolazione adulta dai 60 in su, come preannunciato nelle campagne di prevenzione" - hanno scritto i sindaci dell'Agrigentino - . A parere degli amministratori serve "istituire, continuativamente, anche nei fine settimana, in tutti i distretti sanitari, anche in quelli periferici, le Usca per prevenire ritardi e disservizi".

"La provincia di Agrigento non può permettersi la pandemia perché gli eventuali 'costi' umani, economici e sociali potrebbero determinare la chiusura di alcuni Comuni".

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