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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

I corsi contro la dispersione scolastica sono fermi, monta la protesta delle famiglie: 5 mila studenti in stand by

Le seconde, terze e quarte annualità dei corsi Iefp garantiscono la frequenza fino all'età dell'obbligo, oltre a dare una formazione professionale

Sono stati concepiti per combattere la dispersione scolastica. Ma in terra di Pirandello, dove non è possibile distinguere fra il vero e il falso, proprio quei corsi - per fronteggiare la fuga dall'istruzione - non sono ancora iniziati. La campanella è suonata il 12 settembre scorso soltanto per i primi anni ordinari. I secondi, i terzi e i quarti anni dei corsi  sono ancora invece fermi al palo e gli iscritti - fra preoccupazione, timori e proteste dei genitori - sono ancora a casa o, peggio ancora, in giro a bighellonare.

Un "fermo" - che non è neanche biologico - che non riguarda soltanto l'Agrigentino, ma l'intera isola. Però dalla terra di Pirandello si solleva un forte, anzi fortissimo, coro di indignazione perché i corsi Iefp - che portano ad una formazione professionale - sono quelli che garantiscono la frequenza scolastica fino all'età dell'obbligo.

L'assessore regionale all'Istruzione, Robero Lagalla, aveva fatto sapere che i corsi sarebbero partiti con massimo un mese di ritardo. Verosimilmente, dunque, a metà ottobre. Il calendario, il decorso del tempo è inesorabile, è arrivato però quasi a metà novembre.

Già, nelle passate settimane, i rappresentanti degli enti di formazione hanno fatto sentire la loro voce affinché le seconde, terze e quarte annualità dei corsi Iefp - che servono, va ripetuto all'infinito, per combattere la dispersione scolastica - potessero prendere il via. Corsi che servono, dunque, per garantire il diritto allo studio ai ragazzi ma anche per dare certezza lavorativa per gli impiegati degli enti.

Non è escluso, fermo restando allo stato attuale delle cose, che le famiglie, assieme ai docenti degli enti, possano decidere di scendere in piazza. Ad Agrigento o a Palermo, non è ancora chiaro. Ma la protesta monta: sono più di 5 mila gli studenti "posteggiati", in attesa di tornare a formarsi. 

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