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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Due cartucce ed una croce sul parabrezza, imprenditore antiracket intimidito

La minaccia di morte è stata denunciata alla Squadra Mobile che sta indagando per individuare gli autori dell'intimidazione. L'associazione LiberaFuturo: "Uniti intorno al collega con l'impegno di intensificare l'azione di denuncia contro i mafiosi ed i malfattori dei quali ancora non riusciamo a liberarci"

Due cartucce e una croce (realizzata con del legno legato con del fil di ferro) sono state lasciate sul parabrezza dell'auto dell'imprenditore agrigentino, un 45enne, dirigente dell'associazione "LiberoFuturo". La scoperta è stata fatta ieri mattina, quando l'imprenditore si stava recando al lavoro.

La minaccia di morte è stata immediatamente denunciata alla Squadra Mobile che sta indagando per individuare gli autori dell'intimidazione.

"La nostra associazione che, non a caso, si chiama LiberoFuturo - fa sapere il presidente Gerlando Gibilaro - respinge al mittente il messaggio di morte e tutta unita si stringe intorno al collega con l'impegno di intensificare la propria azione di denuncia contro i mafiosi ed i malfattori dei quali ancora non riusciamo a liberarci.  Il nostro collega negli anni scorsi ha collaborato con le forze dell'ordine e, assistito da LiberoFuturo, si è costituito parte civile in un processo che lo ha riconosciuto come vittima ed ha condannato i mafiosi. Ci auguriamo che molti altri seguano il suo esempio e si uniscano a noi in questa lotta per la legalità e la libertà di impresa. L'imprenditore agrigentino - che come esplicitamente rimarca 'LiberoFuturo' - non è affatto solo, aveva fatto arrestare degli estorsori e si era costituito parte civile nel processo "Nuova Cupola" dove si è arrivati alla condanna".

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