"Non aggredì dipendente della Questura": assolto senegalese
Il venticinquenne era stato accusato di avere afferrato per le mani e il collo un'impiegata dell'ufficio immigrazione dopo essersi arrabbiato per la mancata consegna del permesso di soggiorno. Un poliziotto scagiona l'imputato: "Dalla fessura dello sportello passa con difficoltà pure un iphone"
Assoluzione perchè non è sufficiente la prova che il fatto sussista: questa la motivazione con cui il giudice monocratico Giuseppe Sciarrotta ha scagionato, dall'accusa di violenza a pubblico ufficiale, il senegalese venticinquenne Modou Ndiaye.
Al giovane, che ha nominato come difensore l'avvocato Leonardo Marino, si contestava di avere aggredito un'impiegata civile della Questura "colpevole" di non avergli consegnato il permesso di soggiorno. In particolare, secondo l'ipotesi che non ha retto al vaglio del processo, quando aveva appreso che il documento non era pronto, avrebbe sbattuto violentemente le mani sulla vetrata, afferrato la donna alla mano e al collo e le avrebbe lanciato dei fogli all'altezza del viso.
La donna lo ha denunciato e si è costituita parte civile con l'assistenza dell'avvocato Salvatore Pennica. Un poliziotto, sentito come testimone, tuttavia, ha sostenuto che "dalla fessura della vetrata al massimo passa un iphone" smentendo, quindi, che il giovane senegalese possa essere riuscito a far passare le braccia per aggredire la donna.