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Cronaca Favara

Pestaggio in un pub di Verona ai danni di due avventori, assolti due favaresi

Nella presunta aggressione una delle vittime ha riportato la frattura del polso. La difesa aveva ribaltato la versione dei fatti ricostruita dalla procura: "Imputati picchiati con i bicchieri di vetro"

"Assoluzione per non avere commesso il fatto": questo il verdetto con cui il giudice monocratico del tribunale di Verona ha scagionato cinque imputati, fra cui due favaresi, dall'accusa di avere brutalmente picchiato due avventori all'interno di un pub della cittadina veneta.

Si tratta dei trentacinquenni Salvatore Lo Porto e Luca Vaccaro, accusati insieme ad altri amici di avere picchiato due clienti del locale con cui avevano avuto un banale battibecco mentre ballavano. L'episodio al centro del processo è avvenuto nel febbraio del 2016.

I due favaresi, che si trovavano a Verona per lavoro, stavano trascorrendo la serata insieme ad alcuni amici quando ci sarebbe stata una scaramuccia con altri avventori che ballavano all'interno del locale. Dopo alcuni minuti scoppiò una zuffa con due persone che restarono contuse.

Ad evitare il peggio furono i buttafuori del locale cha avvisarono pure la polizia, arrivata dopo pochi minuti. Lo Porto, Vaccaro e gli altri amici furono identificati. Il giorno successivo uno dei due clienti che avrebbe subito l'aggressione si presentò in ospedale per farsi refertare la frattura del polso. La procura veneta, concluse le indagini, ha chiesto - ottenendolo - il rinvio a giudizio dei due favaresi e dei tre amici di cui uno siciliano, un pugliese e un napoletano.

Il difensore di Lo Porto e Vaccaro, l'avvocato Antonino Ragusa, aveva sostenuto che la versione dei fatti era opposta rispetto a quanto ipotizzato dalla procura ovvero che erano state le due presunte vittime, costituite parti civili, ad aggredire gli imputati usando dei bicchieri di vetro. Tanto che è stato ipotizzato dal legale che la frattura del polso potesse essere stata provocata in questo modo.

Il legale aveva espresso dubbi anche sulla tempistica ovvero sul fatto che si era presentato in ospedale, con la frattura, circa 12 ore dopo la presunta aggressione. Lo stesso pubblico ministero aveva concluso la requisitoria chiedendo l'assoluzione. 

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