"Corridoi umanitari" anche nell'Agrigentino, i migranti verranno ospitati dalle famiglie
A chi accoglierà gli stranieri, che hanno diritto ad essere riconosciuti beneficiari di protezione internazionale, verranno riconosciuti 250 euro mensili
Agrigento ha sempre aperto le sue porte agli extracomunitari che giungono sulle sue coste. Adesso, però, lo farà anche in maniera diversa. Perché la Diocesi di Agrigento partecipa al progetto “Corridoi umanitari”, nato dall’accordo tra lo Stato italiano, la Conferenza episcopale italiana e la comunità di Sant’Egidio. Un progetto che servirà per dare un porto sicuro ai migranti che hanno diritto ad essere riconosciuti beneficiari di protezione internazionale. Un progetto che potrebbe, concretamente, aiutare ad arrestare ulteriormente i “viaggi della speranza”.
La Diocesi di Agrigento - sui complessivi 500 richiedenti protezione internazionale che verranno selezionati - accoglierà 6 persone. Sei uomini o donne che verranno ospitati – per un anno - direttamente dalle famiglie agrigentine o dalle parrocchie. Il primo incontro informativo, nella parrocchia Santa Chiara di Canicattì, è stato fatto lunedì pomeriggio. Ne seguiranno altri, nei prossimi giorni, un po’ in tutto l’Agrigentino. E serviranno per informare le famiglie, che magari si sono già dette disponibili, sul percorso che sarà necessario seguire e su cosa comporta l’accoglienza.
Gli operatori della Caritas Diocesana, dal canto loro, sosterranno concretamente le famiglie e gli ospiti assicurando loro un vero e proprio accompagnamento, una guida, durante tutto il percorso. Ad ogni famiglia che accoglierà un migrante verranno riconosciuti 250 euro mensili. Soldi che, naturalmente, serviranno soltanto per l’acquisto non tanto dei generi alimentari, quando di vestiti o di biglietti per far andare la persona straniera al cinema o, magari, per consentirgli di spostarsi in autobus anche verso Agrigento dove potranno seguire i corsi per imparare la lingua italiana.
L’obiettivo principale al quale si tenderà è, dunque, il pieno, autentico, inserimento sociale dei richiedenti. Ecco perché, dunque, il ruolo fondamentale del progetto verrà svolto dalle famiglie che saranno delle vere e proprie costruttrici di “ponti” attraverso il dialogo interculturale. Dopo una prima fase di sperimentazione, la Diocesi di Agrigento valuterà se estendere il progetto anche a nuove, ulteriori, accoglienze da realizzarsi sempre nell’anno pastorale in corso.
Queste persone vulnerabili verranno selezionate, in base all’accordo, dall’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu individuandoli nei campi profughi in Etiopia. Bambini con la propria famiglia, disabili, anziani, minori non accompagnati, potranno dunque raggiungere l’Italia – l’Agrigentino in questo caso - con un aereo, evitando così di finire nelle mani dei trafficanti e rischiare la vita o di essere torturati. E una volta raggiunto l’aeroporto di Fiumicino saranno quindi accolti nelle diocesi italiane che aderiscono al progetto. E fra queste, appunto, Agrigento che si farà, come le altre, carico di questa accoglienza grazie anche al contributo dell’8×1000 destinato alla Chiesa Cattolica Italiana. L’arrivo di un primo gruppo di profughi, ad Agrigento e provincia, è previsto tra la fine del mese e gli inizi di febbraio.
Per avere informazioni o fissare un appuntamento con gli operatori si può chiamare al numero telefonico: 0922.20455 oppure scrive una mail a: aagozzino@caritasagrigento.it, fspagnesi@caritasagrigento.it.