Dimesso dall'ospedale si sente male e muore, legale del 56enne presenta esposto in Procura
L'avvocato Salvatore Pennica chiede di fare luce sul decesso di C.C.: "La sua presenza in reparto non era gradita"
"Bisogna accertare se è stato curato in modo adeguato e se la morte si sarebbe potuta evitare con le accortezze della regola dell’arte medica adeguate al caso in esame".
L'avvocato Salvatore Pennica, con un esposto indirizzato alla Procura della Repubblica, chiede di fare luce sulla morte di un 56enne agrigentino, deceduto dopo avere fatto la spola fra l'ospedale e una Residenza sanitaria assistita di Naro.
L'uomo, che aveva alle spalle alcune vicissitudini giudiziarie, soffriva di obesità, diabete e altre patologie connesse. Dopo avere occupato abusivamente un immobile di proprietà del Comune, a causa delle condizioni di totale indigenza, era stato ricoverato in una Rsa. Ad aiutarlo con gesti volontari, nella sua quotidianità fatta di stenti, secondo quanto ricostruisce il legale, sarebbero stati, fra gli altri, un vetraio e un maresciallo.
Il punto sottolineato da Pennica è che il cinquantenne, morto all'alba di domenica al pronto soccorso, era stato ricoverato già un mese prima in ospedale ma era rientrato nella Rsa dopo essere stato dimesso. L'uomo, infatti, era stato nuovamente portato in ospedale per dei valori sospetti.
"Mentre un medico dell'ospedale che lo aveva in cura aveva attivato le ricerche di una struttura per grandi obesi dove ricoverarlo- scrive il legale -, il paziente è morto. Era evidente la gravità della condizione fisica che lo esponeva in questo periodo a una sicura morte che doveva essere preventivata con la attivazione di tutte le precauzioni del caso".
Il legale ha sollecitato un'indagine sul caso chiedendo di disporre l'autopsia.