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Venerdì, 29 Marzo 2024
Trinacria selvaggia

Trinacria selvaggia

A cura di Antonio Vanadia

Un mare di vulcani

Il mare della costa agrigentina è da ere remotissime teatro di eruzioni vulcaniche sottomarine e di terremoti, all’origine dei fenomeni lo scontro della zolla continentale africana con quella euroasiatica

Il mare della costa agrigentina è da ere remotissime teatro di eruzioni vulcaniche sottomarine e di terremoti, all’origine dei fenomeni lo scontro della zolla continentale africana con quella euroasiatica.
Le isole di Linosa, Pantelleria, Foerstner, Ferdinandea e il vulcano Empedocle si originarono a causa di un vulcanesimo parossistico.

Linosa ha una storia remota, è sorta 800000 anni fa dagli abissi del Canale di Sicilia, l’emissione di magmi è cessata da 400000 anni;  all’interno dell’isola vi sono varie testimonianze della violenta attività eruttiva: bombe laviche, grossi lapilli e superbi coni vulcanici costituiti da scorie, tufi e cineriti. Estremamente suggestivi i paesaggi caratterizzati da faraglioni, da stupende insenature e da irte scogliere.

L’isola di Linosa è costituita  da vulcaniti quaternarie che emersero dall’omonima fossa che raggiunge i 1600 metri di profondità.
L’isola Ferdinandea nacque il 10 luglio 1831, già l’11 agosto dello stesso anno misurava un perimetro di tre miglia e un’altezza di 60 metri; poi, poco a poco, l'edificio vulcanico costituito da materiale incoerente si sgretolò sotto l’incessante azione delle onde e ai primi di dicembre l’isola scomparve inghiottita dai flutti.

Oggi di Ferdinandea rimane soltanto un basso fondale, una secca, il cui picco giunge a 8 metri dalla superficie.
Il 18 giugno del 1845 l’equipaggio del Victory nelle vicinanze della secca di Ferdinandea fu atterrito da una poderosa scossa che fece rollare violentemente la nave, l’aria si riempi dell’acre odore dello zolfo e tre globi infuocati uscirono dal mare.

Il mare di  Siculiana fu interessato, fra il 4 e il 5 ottobre del 1846, da una eruzione vulcanica: il mare ribollì, comparve un grande bagliore, si alzò una nuvola di fumo e iniziarono a fuoriuscire sibilando lapilli che ricadevano lontano.
Spesso, dopo sismi sottomarini, si spiaggiano lungo il litorale di Torre Salsa pietre pomici ed alcune di esse hanno un marcato odore di zolfo segno che si sono staccate dagli orli di una fumarola attiva.

La foto ritrae una grossa pietra pomice rinvenuta sulla spiaggia di Torre Salsa, il campione di roccia in oggetto emanava un fortissimo odore di zolfo.
 
Tutte queste ed altre minori manifestazioni di attività vulcanica e sismica succedutesi nel corso dei decenni, unitamente alla  presenza sui fondali di fumarole e coni piroclastici, confermano l’esistenza di una vasta area vulcanica attiva ,larga quasi 30 chilometri, nei fondali compresi fra Siculiana Marina e Capo S.Marco.
 

Un mare di vulcani

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