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"Professione bartender", il sogno dell'agrigentino Claudio Caponnetto

Abbiamo deciso di iniziare questa nuova stagione con un ragazzo che da circa un anno è in giro per il mondo per realizzare il suo sogno, diventare istruttore bartender

E’ finita l’estate, sono finite le ferie ed eccoci qui tornati a parlare di ragazzi siciliani emigrati e in cerca di realizzazione. Abbiamo deciso di iniziare questa nuova stagione con un ragazzo che da circa un anno è in giro per il mondo per realizzare il suo sogno, diventare istruttore bartender. Manchester, Tailandia, Stoccolma, Londra; la sua determinazione non si ferma, stiamo parlando di Claudio Caponnetto.

- Come mai sei andato via da Agrigento?
"Ho deciso di andare via da Agrigento, un paio di anni fa dopo aver avuto qualche delusione lavorativa. Negli ultimi anni purtroppo ad Agrigento le cose non vanno benissimo, quindi un giorno ho deciso di fare un biglietto e andare in Inghilterra con l’idea di imparare l'inglese. Naturalmente il mio mestiere mi ha agevolato molto in questa decisione. Il barman è un mestiere che se fatto bene e se conosci la lingua locale puoi fare in tutto il mondo quindi ho deciso di partire e provare senza tante paure".

- Quando sei arrivato a Manchester cosa ti sei trovato davanti?
"Mi ero organizzato in anticipo, avevo acquistato un corso di inglese per le prime sei settimane in un istituto private e poi ho vissuto come ospite in una famiglia che allo stesso tempo ospitava anche altri 3 ragazzi".

- La scuola d'inglese ti ha aiutato? Quanto tempo hai impiegato a imparare l’inglese?
"Il mio inglese era al livello 0. I primi giorni non capivo nulla, camminavo con il traduttore in mano. La scuola per le prime due settimane è stata un inferno, però con pazienza, dedizione e tanti sforzi piano piano ho appreso la lingua iniziando da semplici dialoghi, appena ho potuto mi sono cercato il mio spazio nel mondo lavorativo e sicuramente a tal fine la scuola mi ha aiutato molto. Al fine iniziare a dialogare bene anche sul lavoro ho impiegato tra i 6 e gli 8 mesi, ma sinceramente ancora ora ho molto da imparare".

- Come è stato iniziare a lavorare a Manchester? Hai fatto diversi colloqui cosa ci racconti di questo?
"Trovare il primo lavoro a Manchester non è stato molto difficile. Io mi reputo fortunato, il giorno in cui ho iniziato a distribuire i miei CV in giro, arrivato al terzo ristorante il bar manager mi chiese immediatamente di fargli due cocktail per testare le mie conoscenze e da quel momento ho iniziato a lavorare.  Iniziare è stato un po’ traumatico soprattutto perchè non parlavo bene la lingua, mi veniva un po difficile capire tutto. Inoltre in Inghilterra il metodo di lavoro di un Barman è totalmente diverso di quello di Agrigento. La nota positiva è che il mio lavoro mi ha dato sin da subito la possibilità di imparare velocemente la lingua stando sempre a contatto con tanta gente".

- Come sei passato a fare i corsi da bartender?
"Fare il barman è da sempre una mia passione e l'esperienza in Inghilterra mi ha aperto un mondo. Un po’ di tempo fa avevo accumulato un mese di ferie e invece di tornare ad Agrigento ho deciso di regalarmi una bella vacanza che però mi lasciasse qualcosa di tangibile professionalmente, facendo una piccola ricerca ho scoperto la scuola internazionale 'E.B.S - European Bartender School' e ho deciso di comprare un corso in Tailandia".

- Hai fatto scuola in Tailandia? Cosa ci dici di questo? Come è stato il corso lì?
"La Tailandia è pazzesca, il viaggio e il corso sono state esperienze uniche. Il corso era strutturato molto bene, le lezioni iniziavano la mattina alle 9 e finivano alle 5 di pomeriggio con una pausa per il pranzo. Ogni giorno dopo le lezioni avevamo tutta una serie di attività organizzate per il gruppo. Insomma considerando che la Tailandia è un paradiso e che questa scuola mi ha dato una buona formazione e tante amicizie in giro per il mondo posso dire di reputarmi molto soddisfatto dell’investimento".

- Come è stato integrarti in un gruppo totalmente nuovo?
"Molto facile, in queste esperienze ti sembra di vivere in un sogno, vivi un mese insieme a gente che ha i tuoi stessi interessi, dormivamo tutti dentro la scuola in camere da 4, e ogni giorno dopo le lezioni avevamo sempre qualcosa da fare in gruppo, quindi è stato molto facile integrarsi".

- Dalla Tailandia a Stoccolma, come ci sei arrivato?
"La scuola E.B.S ha origini Svedesi, e una volta l'anno, nel mese di dicembre, organizzano l'Istructor Accademy a Stoccolma, una scuola per istruttori. Gli istruttori che ho conosciuto in Thailandia mi avevano raccomandato questo corso e considerando che un mio sogno e’ poter riuscire a lavorare come istruttore ho deciso di partecipare e quindi altro viaggio e altro corso".

- Ultimamente hai fatto una gara acrobatica, come è andata?
"Domenica scorsa! Ho partecipato alla mia prima gara al Road House di Londra, una gara per beginners chiamata Prepare to Flair un evento sponsorizzato da una marca di Vodka. Per essere stata la prima esperienza non e’ andata male, ero emozionatissimo, ma alla fine sono riuscito a conquistare un bel secondo posto".

-> VIDEO | Claudio Caponnetto in un'esibizione al "Road House" di Londra

- Riesci a mantenerti? Sei contento?
"Naturalmente tra corsi, scuola e biglietti aerei sono un po’ alle strette, mi mantengo anche se al momento sto riprendendo a lavorare spostandomi a Londra, in quanto e’ un ottima piazza per far carriera in questo ambito. Sono molto contento anche perche’ nell'ultimo periodo ho avuto un paio di soddisfazioni personali. Penso che la strada dura e difficile ma secondo me ne vale la pena".

- Quale pensi siano in generale i pro e i contro di “emigrare”?
"Tra i pro sicuramente il fatto che riesci ad avere una formazione professionale che ti agevola nell’immetterti velocemente nel mercato del lavoro, il fatto che puoi conoscere tanta gente da tutto il mondo, scoprire nuove culture, ampliare la tua visione sul mondo, tra i contro, sicuramente quello di non vedere i tuoi cari, i tuoi amici, non mangiare le noste prelibatezze culinarie, vivere una vita sempre di corsa…".

- Quali piani hai per il futuro e cosa ti spinge ad andare sempre avanti?
"Voglio far carriera nei club di Londra e fare l'accademia da istruttore".

- Cosa consigli ai giovani siciliani?
"Non sono tanto bravo a dare consigli, l'unica cosa che posso dire e di non aver paura e andare fuori. Le esperienze all'estero fanno solamente bene perchè aprono la mente, e ci proiettano verso nuovi orizzonti".

- Quale è il tuo sogno più grande?
"Essere felice e in salute!? E poi ne ho un altro più grande ma quello non te lo dico se no rischio che non si avvera".

Penso che uno dei nostri più grandi problemi ad Agrigento e probabilmente una “malattia” tra i ragazzi agrigentini è il fatto che non abbiamo più la capacità di sognare, e conseguentemente abbiamo smesso di lottare per la realizzazione dei nostri sogni. 

Disillusione, negatività, eccesso di realismo e cinismo ci stanno rovinando perchè ci stanno portando a pensare che tutti i nostri sogni non sono realizzabili, ma dobbiamo essere in grado di andare controcorrente, se veramente vogliamo cambiare quello che ci circonda e vogliamo cambiare la nostra vita non possiamo perdere la capacità di vedere oltre la realtà e costruire la strada che ci conduce alla realizzazione dei nostri sogni.

Ogni volta che parlo con una persona che sta cercando di realizzare un sogno finisco la conversazione con una positività e un energia enorme, vi giuro, è contagioso e lo sarebbe ancora di più se ognuno di noi provasse a realizzare un suo sogno e ne parlasse con gli altri, immaginate lo stimolo per tutte le persone a fare qualcosa di nuovo, immaginate quanto sarebbe bello non sentire più persone lamentarsi ma sentire solamente persone sognare, parlare dei loro sogni e guardarli nel tentativo di realizzarli.

Queste chiacchierate mi rigenerano, mi danno voglia di andare avanti e di farlo ancora più velocemente. Dall’esempio di Claudio io porto a casa la seguente lezione: “apriti al mondo, viaggia e impara più che puoi e in diversi posti, continua a sognare e sogna sempre di più lottando e lavorando duro affinchè questi sogni diventino realtà”.

"Professione bartender", il sogno dell'agrigentino Claudio Caponnetto

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