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Giovedì, 25 Aprile 2024
Psicologia della Notizia

Psicologia della Notizia

A cura di Florinda Bruccoleri

Giochi sotto l'albero

Ovvio che ad avere il primato di accumulatori seriali di giochi sono sempre stati e rimarranno per sempre i bambini. E così ogni anno diventa sempre più difficile scegliere il regalo per i propri piccoli data l’innumerevole presenza di qualsiasi tipo di giocattolo in ogni parte della casa

Comincia il conto alla rovescia per il tanto atteso Natale. Festività fatta di luci, colori, atmosfere, cenoni, rituali e tanti, tantissimi regali. Ovvio che ad avere il primato di accumulatori seriali di giochi sono sempre stati e rimarranno per sempre i bambini. E così ogni anno diventa sempre più difficile scegliere il regalo per i propri piccoli data l’innumerevole presenza di qualsiasi tipo di giocattolo in ogni parte della casa, in soffitta, in garage e persino in qualche parte oscura dell’auto, dimenticato. Sicuramente avrete già acquistato quelli per i vostri bambini/ragazzi dato che siamo alle soglie del 25 Dicembre, ma non fa mai male vedere un po’ più da vicino come scegliere o magari come avete scelto.

Gli psicologi dell’ospedale pediatrico romano hanno redatto due decaloghi rispetto ai “consigli per gli acquisti”: uno per suggerire un acquisto consapevole 'di doni a misura di bambino', l’altro per 'tutelare l'incolumità fisica del bambino'.

I genitori, scrivono, dovrebbero prediligere giocattoli che permettano un intervento attivo del bambino, che cioè si prestino a diversi utilizzi e trasformazioni che stuzzichino la fantasia del bambino. Non bisogna però esagerare con i giocattoli 'intelligenti', con finalità didattica ed educativa: il bambino impara e cresce soprattutto fingendo, inventando, costruendo, recitando una parte.Favorire, man mano che il bambino cresce, giochi da condividere con altri.

Non farsi intrappolare dalla pubblicità, non è necessario scegliere giochi proposti dalla moda del momento, qualche volta si può optare per un giocattolo 'alternativo' che salvaguardi sicurezza, divertimento e portafoglio. Non bisogna utilizzare nella scelta il solo parametro economico, un giocattolo costoso non è una garanzia di apprezzamento per il bambino, l'importante è che il dono susciti curiosità, divertimento e 

E alla fine, quando il bimbo lo scarterà, ecco la regola più importante: lui, qualunque sia il gioco ricevuto, non vede l'ora di giocarci con mamma e papà, che devono condividere con lui, i suoi percorsi fantastici e creativi. Allora sì che il regalo sarà perfetto.

Nella lista dei regali più ambiti si trovano i videogiochi e il fascino che questi esercitano sulle nuove generazioni è immenso. Secondo uno studio in testa alla classifica dei videogiochi più amati dai ragazzi fra i 12 e i 17 anni si trovano i giochi di combattimento. Ma quanto è realmente “dannosa” questa tipologia di giochi dai contenuti brutali? Esistono diverse teorie sul rapporto tra videogiochi e violenza: c’è chi sostiene che la violenza nei giochi aiuti a ridurre la tensione: il giocatore si “sfoga” e la sua propensione all’aggressività diminuisce. C’è chi, invece, afferma che le rappresentazioni della violenza fanno nascere la paura dell’aggressione e perciò prevengono la violenza reale. Opposta a queste troviamo la teoria secondo la quale la violenza alla quale si assiste e che si imita ha il carattere di un modello e incita a comportamenti aggressivi. Infine, l’ultima tesi sostiene che il giocatore si abitua sempre più a picchiare e sparare e diventa sempre più insensibili, anche nei confronti della vera violenza.

Ovvio che oggi anche la tv, i film, i cartoni animati appaiono spesso violenti ma bisogna sottolineare una differenza sostanziale tra “osservare” e “intervenire” direttamente con un tasto o con un joystick nelle azioni violente. Questo comporta rischi considerevoli per i bambini tra i 10 e i 12 anni, età in cui si sviluppano e si consolidano i concetti morali che poi accompagnano i giovani per tutta la vita.

Oggi si sa bene non esiste bambino (o quasi) che non possegga un videogioco e anche se gran parte di questi contiene elementi violenti, esistono anche delle evidenze che confermano una certa efficacia nel migliorare delle capacità insite nei giovani. Basterebbe, da parte dei più grandi verificare e monitorare i più giovani, i più piccoli. Perché fra virtuale e reale a volte c’è solo una linea sottile o per usare il linguaggio dei videogiochi, solo un “livello” (cfr. Mente&Cervello). 

Dott.ssa Florinda Bruccoleri
Psicologa, Psicoterapeuta analista transazionale,
Psicooncologa ed esperta in psicologia forense.
Sito web: www.florindabruccoleri.it

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