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Venerdì, 29 Marzo 2024
Psicologia della Notizia

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A cura di Florinda Bruccoleri

Tra incertezze e desideri

Sono di certo molteplici e vari i desideri per i quali ogni 10 agosto vale la pena mettersi col naso all’insù per cercare la propria stella cadente. Eppure gli esperti oggi dicono che gli Italiani non sanno più sognare

Esiste una notte d’estate che porta con sé emozioni e desideri, in cui alzare lo sguardo al cielo è un rito e anche una speranza. Desideri, sogni, aspettative, fantasie. Una buona salute, una macchina nuova, una famiglia serena, trovare l’amore eterno, diventare milionari, etc. Questi alcuni esempi di desideri, forse più comuni, ai quali probabilmente si aggiungono oggi quelli più concreti e realistici: comprare una casa, estinguere il mutuo, trovare un lavoro e arrivare serenamente a fine mese. 

Sono di certo molteplici e vari i desideri per i quali ogni 10 agosto vale la pena mettersi col naso all’insù per cercare la propria stella cadente. Eppure gli esperti oggi dicono che gli Italiani non sanno più sognare, che per via della crisi economica, delle insicurezze sociali e vitali persino la magia di una notte di mezza estate non ha più lo stesso valore che poteva avere un tempo. 

Ma quando possiamo definirci realmente appagati, sereni, felici? Non è facile definire la felicità, non è semplice chiedere in giro ad ognuno cosa vuol dire essere felici, perché forse nella maggioranza dei casi si farà molta fatica a spiegare con un’unica frase ciò che accade nella nostra vita per permetterci di vivere in quella che riteniamo spesso un’utopica dimensione.

Non ci accorgiamo spesso che in molti viviamo in condizioni che corrispondono all’idea di felicità che è presente nella mente di quanti non vivono questa situazione: case più che decenti, una sufficiente base di tranquillità economica, speranza di vita lunga, buon cibo, talvolta perfino troppo, istruzione, tempo libero, vacanze, divertimenti, contatti….cioè in situazioni che corrispondono a quelli che sono i desideri di felicità di chi ci guarda da una dimensione “diversa”. In molti hanno cercato di definirla, in tanti hanno cercato di comprenderla, ma la felicità è ciò che ognuno di noi può immaginare esserci sotto un velo sospeso e dal contenuto impercettibile, ciò che ognuno di noi sente nel suo intimo che può condurlo a quell’attimo più o meno sfuggente di felicità. 

Secondo Argyle (1987), il maggiore studioso di questa emozione,  la felicità è rappresentata da un senso generale di appagamento complessivo che può essere scomposto in termini di appagamento in aree specifiche quali ad esempio il matrimonio, il lavoro, il tempo libero, i rapporti sociali, l'autorealizzazione e la salute. Inoltre, sembra che le caratteristiche maggiormente associate alla felicità siano quelle relative alla personalità e in particolare quelle relative all'estroversione, alla fiducia in se stessi, alla sensazione di controllo su se stessi e il proprio futuro.

La felicità non è costruzione ma ricerca, ricerca di quella situazione così misteriosa che forse pensiamo non esista o forse è solo perché l'essere felici e l'accorgersi di esserlo non è sempre un rapporto di coincidenza, e questo produce tragedia più che felicità, perché è proprio lì che nasce in noi la sensazione di aver perso un'occasione. E allora l'importante dovrebbe essere l’essere pronti a cogliere, con le nostre antenne, quando qualcosa di quel tipo ci sta capitando. E' questa la vera scommessa della vita, comprendere il fascino della felicità, che non sappiamo mai come si realizza. Così forse non si potrà imparare ad essere felici, quanto piuttosto ad essere preparati al possibile incontro con la felicità, perché nella felicità c’è sempre un elemento di imprevedibilità.

Ed è per tali motivi che dovremmo capire che non esiste una ricetta della felicità, a differenza di quanto dicono tanti oggi. Ma se non facciamo lo sforzo di cercare un senso per la nostra vita potremmo sentirci scivolare quella sensazione di vuoto e di inutilità costante. E se ad ogni modo i desideri più preziosi che ciascuno custodisce gelosamente non verranno realizzati da quella scia luminosa che attraverserà il nostro cielo, l’importante sarà “non smettere mai di sognare”.

Dott.ssa Florinda Bruccoleri 
Psicologa, Psicoterapeuta analista transazionale,
Psicooncologa ed esperta in psicologia forense.
Sito web: www.florindabruccoleri.it

Tra incertezze e desideri

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