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Sabato, 20 Aprile 2024
Colonne d'ercole

Colonne d'ercole

A cura di Fabio Russello

Forza Procura

In assenza di un controllore autorevole, finalmente si discute seriamente di servizi e tariffe. Gli estremi per mollare Girgenti Acque ci sono tutti, visto che paghiamo l'acqua più dei milanesi e ne riceviamo quanto un tuareg del deserto

La procura ha messo i cingoli e ha toccato - ancora una volta - i sepolcri imbiancati di Agrigento. I sigilli ai pennelli a mare della Girgenti Acque - con la doverosa postilla del non blocco ma della richiesta di metterli a norma entro un mese - significano molto. Nessuno è più al di sopra della legge e può sperare di far soldi senza rispettare la legge.

Scrive Marco Campione, il dominus di Girgenti Acque, rispondendo all'ex "ad" che si è dimesso tra le polemiche, che con lui il risultato economico della società è passato da meno due milioni a più otto milioni. Un errore, anche di comunicazione, quello di Campione che rischia di essere tragico pure nei riguardi della sua stessa società. La logica mercantile ("io ci devo guadagnare") è dunque ufficialmente entrata nel linguaggio dei vertici della società che gestisce il servizio idrico.

Ora però c'è la Procura che si è messa di mezzo cercando di far passare un principio fondamentale: puoi cercare di fare soldi ma non puoi prescindere dai cittadini. Via Mazzini deve, ancora una volta, sostituire la politica assente e cieca. Perché diciamocelo chiaro: sono mancati i controlli. Il commissario dell'Ato Eugenio D'Orsi non ha certamente brillato manco in questo, e c'è anche da chiarire se risponde a verità la circostanza secondo cui il figlio dello stesso ex presidente della Provincia abbia lavorato per una società di Campione. Ve l'immaginate il figlio del controllore che lavora per il controllato? Se è vero è gravissimo. Comunque sia dopo sei anni siamo arrivati alla fase finale. E non mi riferisco solo ai pennelli. Le promesse non sono state mantenute. Gli Ato - un'altra brutta eredità lasciataci da Cuffaro presidente della Regione - hanno peggiorato i servizi e fatto schizzare alle stelle i costi per i contribuenti, costretti a dovere pagare pure laute indennità agli amici degli amici (spesso del tutto incompetenti).

Finalmente il sindaco Zambuto ha deciso di regolare i conti con la Girgenti Acque scendendo in campo al fianco dei cittadini vessati dai mercanti dell'acqua. La dietrologia tipica agrigentina dice che Zambuto sia intervenuto piuttosto tardivamente per diversi motivi. Ma quello che importa è che, in assenza di un controllore autorevole, finalmente si discute seriamente di servizi e tariffe. Gli estremi per mollare Girgenti Acque ci sono tutti, visto che paghiamo l'acqua più dei milanesi e ne riceviamo quanto un tuareg del deserto.

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