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Giovedì, 25 Aprile 2024
Colonne d'ercole

Colonne d'ercole

A cura di Fabio Russello

Sulla pelle di Chiara

Sbaglia il sindaco Marco Zambuto ad attribuire la responsabilità genericamente alla burocrazia perché vuol dire colpa di tutti quindi colpa di nessuno. Se davvero pensa che la colpa sia della burocrazia...

Chiara La Mendola aveva 24 anni ed è morta quel maledetto 30 dicembre per colpa – con ogni probabilità - di una maledetta buca in via Cavaleri Magazzeni. A 4 giorni da questa tragedia che ha segnato tutta la nostra città mi viene in mente questo.

Sbaglia il sindaco Marco Zambuto ad attribuire la responsabilità genericamente alla burocrazia perché vuol dire colpa di tutti quindi colpa di nessuno. Se davvero pensa che la colpa sia della burocrazia dovrebbe prendere provvedimenti in primis contro chi, al Comune, avrebbe dovuto provvedere al rattoppo delle buche. In nessun posto del mondo le strade o si rifanno ex novo o sono completamente abbandonate. C’è anche un servizio che si chiama manutenzione ordinaria che è una via di mezzo e che ad Agrigento per ragioni oscure non si fa. Il sindaco abbia il coraggio di costringere i suoi collaboratori (o la burocrazia) a lavorare. Se c’è chi non è capace di rimettere in strada gli operai del Comune che vada a casa. Ma gli operai facciano gli operai.

Sbagliano i consiglieri comunali – o alcuni di essi - a cavalcare la tigre della disgrazia di Chiara La Mendola per scopi politici. Nessuno di loro durante la discussione per l’approvazione del Bilancio di previsione approvato a fine anno aveva presentato un emendamento per stornare fondi dalla festa di San Calogero al rattoppo delle strade. Sono pessimi amministratori anche loro.

Sbaglia chi fomenta e istiga, strumentalizzando la rabbia popolare verso istituzioni come la Prefettura con la storia ridicola della certificazione antimafia che sarebbe arrivata in ritardo. Cerchiamo di essere seri.

Sbagliamo noi agrigentini ad indignarci sempre ex post. Ci arrabbiamo solo quando le cose sono già accadute. Mai prima, mai abbiamo preteso che gli amministratori facciano quello per il quale sono stati chiamati: amministrare anziché passerelle quotidiane sulle tv all’insegna del “faremo”, “abbiamo intenzione di”, abbiamo “un progetto ”. Quello che penso è che abbiamo gli amministratori che ci meritiamo. Non sono né migliori né peggiori di noi. Sono come noi.

Sbagliamo noi giornalisti quando, assuefatti dalle cose che non vanno ormai non ci facciamo nemmeno più caso.

Speriamo che questa disgrazia cambi qualcosa.

Sulla pelle di Chiara

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