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Giovedì, 25 Aprile 2024
Colonne d'ercole

Colonne d'ercole

A cura di Fabio Russello

Se il controllato controlla il controllore

Al di là del braccialetto elettronico a Marco Campione (che dovrebbe riflettere sul perché 4 agrigentini su 5 abbiano esultato dopo avere saputo del suo arresto) il vero scandalo è altrove. Ed è all’interno dell’Agenzia delle Entrate, quello che dovrebbe essere il tempio dell’equità fiscale e che invece – stando a quanto si legge nelle carte della Procura – è diventata la casa dell’abuso e dell’arbitrio

Niente. Stavolta la Procura deve avere colpito nel segno e nei santuari della corruzione e della clientela, del tu dai a me e io do a te. Perché il silenzio della politica – ho letto un intervento dei cinque stelle e uno di Bellini del Pd e basta – dopo la retata all’Agenzia delle Entrate e le manette – pardon, il braccialetto elettronico – a Marco Campione, il dominus di Girgenti Acque è davvero imbarazzante. 

Il che significa solo due cose: o il silenzio assordante è un avvertimento ai magistrati o è un silenzio di vergogna perché sanno che il ruolo consiglierebbe di dire qualcosa, ma sanno (forse) di non poterla dire. Perché al di là del braccialetto elettronico a Marco Campione (che dovrebbe riflettere sul perché 4 agrigentini su 5 abbiano esultato dopo avere saputo del suo arresto) il vero scandalo è altrove. Ed è all’interno dell’Agenzia delle Entrate, quello che dovrebbe essere il tempio dell’equità fiscale e che invece – stando a quanto si legge nelle carte della Procura – è diventata la casa dell’abuso e dell’arbitrio.  

Perché tutti hanno diritto di avere un lavoro – compresa la sig.na Francesca Leto – ma il suo papà, comunque vada a finire questa vicenda aveva il dovere morale (morale, do you know?) di non accettare che sua figlia ottenesse un posto di lavoro dall’azienda che lui avrebbe dovuto controllare. E infatti è finita come doveva finire: il controllato controllava il controllore, e scusate il gioco di parole. 

Così come l’altro funzionario che ha accettato una sponsorizzazione di poche migliaia di euro (la cifra che gli contestano al momento è questa) in cambio di colpi di spugna su accertamenti fiscali. O come l’altro funzionario ancora che per amicizia (amicizia?) è riuscito a cancellare una super cartella da 200 mila euro (200 mila euro!) all’amica di Lampedusa. O come l’altro funzionario ancora che grazie ad una delle tante, troppe, eccessive, università telematiche otteneva in regalo esami mai effettuati per sé e per la moglie in cambio, anche in questo caso, dell’insabbiamento di accertamenti fiscali. 

Campione è solo la punta dell’iceberg – e purtroppo va detto per l’imprenditore che ha ottenuto la commessa pubblica più importante in provincia di Agrigento non è il primo incidente giudiziario, perché non bisogna dimenticare la vicenda cemento depotenziato all’ospedale – ma il vero scandalo sta all’ex "Grand hotel et Agrigentum". Il tempio dell’equità trasformato in casa dell’abuso e dell’arbitrio. E dalle nostri parti la pulizia la può fare solo la Procura, questa Procura. Perché qui la politica non ha alcuna forza per cambiare le cose essendo da sempre succube dei potentati economici.

Se il controllato controlla il controllore

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