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Venerdì, 19 Aprile 2024
Colonne d'ercole

Colonne d'ercole

A cura di Fabio Russello

La rivoluzione è morta nell'uovo

Gli stessi (o quasi) deputati all'Ars, il Pd che perde ma spiega che invece ha vinto e il Pdl che aspetta che Berlusconi dica qualcosa. Tutto come al solito con la differenza che stavolta metà degli agrigentini è rimasta a guardare. Sbagliando di grosso

Sarà stato l'exit poll diffuso da un sito palermitano che dava il candidato "grillino" nella corsa alla Presidenza davanti a tutti. Ma il risveglio - e cioè la conta dei voti "veri" - ha dato ben altri risultati. Ad Agrigento quattro dei sette deputati uscenti sono stati riconfermati. Persino Roberto Di Mauro che, praticamente, non si è manco visto fare campagna elettorale. Quattro su sette.

Dunque i Nostri - e ci metto anche Michele Cimino, Salvatore Cascio (quello che una volta disse a un giovane collega: "Non ti permettere più di farmi queste domande") e Giovanni Panepinto - hanno lavorato, secondo gli elettori agrigentini, bene. Insieme a loro Enzo Fontana, deputato nazionale di quel che resta del Pdl che ora prenderà armi e bagagli e da Montecitorio si trasferirà a Sala d'ercole.

Nulla da dire. Ognuno può avere le proprie idee, ma le urne sono sovrane. Di sicuro però la rivoluzione non c'è stata. O quanto meno è morta nell'uovo. Certo la vittoria di Crocetta non va sottovalutata soprattutto perché ha una storia di contrapposizione a Cosa nostra netta. Ma qui non c'è stato alcun vero cambiamento. Prendiamo il risultato dell'Udc che piazza Lillo Firetto (grazie al listino di Crocetta) e la La Rocca Ruvolo. Udc. Fino a tre anni fa avevano tutti un solo leader e cioè Salvatore Cuffaro (che, va detto, va apprezzato più da cittadino detenuto che non da presidente della Regione). Alla fine l'unica vera novità è il deputato "grillino" che ha beccato i voti un po' del Pdl (o dalle macerie del Pdl: lista fortissima sulla carta, un solo deputato) e un po' del Pd. Che il Pd canti vittoria fa sorridere: sono al 5 per cento. Ce ne sarebbe abbastanza per chiedere - di fronte al grande successo di voti di Crocetta - le dimissioni del vertice del partito. Qualcuno le chiederà, loro non lo faranno.

Nulla di nuovo sotto il sole dunque: gli stessi (o quasi) deputati all'Ars, il Pd che perde ma spiega che invece ha vinto e dunque non si dimetterà nessuno e il Pdl che aspetta  che Berlusconi dica qualcosa. Tutto come al solito con la differenza che stavolta metà degli agrigentini è rimasta a guardare. Sbagliando di grosso.

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