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Colonne d'ercole

Colonne d'ercole

A cura di Fabio Russello

Salto mortale carpiato con avvitamento

Il pasticcio ante e post Silvio Alessi ha poi lasciato tutti di stucco e la sensazione è che il Pd non sappia come uscirsene. Ora l'ultima è che Raciti (che sarebbe il segretario regionale del partito) apre a Calogero Firetto, mentre Giovanni Panepinto (che sarebbe un deputato regionale) chiude a Firetto. Bah, chi ci capisce è bravo

Mettetevi nei panni di Angelo Capodicasa che, come il Cimabue di una pubblicità di quando ero bambino, fa una cosa e ne sbaglia due. Se si fosse candidato lo avrebbero criticato perché cerca una poltrona (vergogna!), se non si candida eccolo che è uno che dal partito ha avuto tanto, ma non vuole dare niente (vergogna!).

Comunque sia, era del tutto chiaro, anche quando i dem lo hanno strombazzato ai quattro venti, che Angelo Capodicasa non si sarebbe candidato. Le ragioni sono due. Quelle che si possono dire e che lui ha spiegato ampiamente: le primarie non si possono sconfessare. Ed è giusto. Poi ci sono quelle che non si possono dire e cioè che il Pd, renziani o non renziani, voti qui da noi non ne ha. E Angelo Capodicasa questo lo sa benissimo.

Quelli che provengono dal centro destra e che cercano agibilità nei dem sono pochi  e comunque compensano quelli che, delusi, si stanno rivolgendo ad altri progetti politici più chiaramente di sinistra. Il pasticcio ante e post Silvio Alessi ha poi lasciato tutti di stucco e la sensazione è che il Pd non sappia come uscirsene. Ora l'ultima è che Raciti (che sarebbe il segretario regionale del partito) apre a Calogero Firetto, mentre Giovanni Panepinto (che sarebbe un deputato regionale) chiude a Firetto. Bah, chi ci capisce è bravo.

Oggi quattro candidati a sindaco (Firetto, Marcolin, Di Rosa e Alessi) parleranno. Di tutti e quattro c'è una sola certezza: ad Agrigento il Pd non solo non è centrale, ma è pressoché irrilevante. Firetto ha spiegato di avere fatto appello agli uomini e alle donne di quell'area, ma non ha pressoché mai parlato del partito; Marcolin si sa, col Pd non c'entra niente e avrà il simbolo della Lega di Salvini pur essendo lui uno nato politicamente con Flavio Tosi; Peppe Di Rosa con questo Pd (e viceversa eh) non ha nulla da spartire; Alessi sa che pur avendo stravinto le primarie gli elettori del Pd difficilmente lo voteranno.

Il partito che esprime il premier, ma anche (l'ex?) presidente dell'assemblea regionale del partito, e un importante assessore regionale qui è del tutto irrilevante. Talmente irrilevante che il segretario provinciale di questo partito non ha ancora sentito il dovere di dire qualcosa su quanto accaduto, prima, durante e dopo, le primarie più pazze del mondo. L'unico che parla è Epifanio Bellini, il candidato maciullato dalle primarie che sui social discute, giustamente, di questioni che riguardano la sua professione di ingegnere.

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