Se hai perso le elezioni, (come sempre, per quanto riguarda il Pd ad Agrigento) non puoi accettare a far parte del governo della città per una semplice e banalissima ragione: non hai alcun mandato popolare. Eppure Maurizio Masone e Angela Galvano hanno accettato lo stesso l'invito del sindaco Marco Zambuto di entrare a far parte della Giunta. Avrebbero potuto e dovuto dire: "Grazie ma preferiamo restarne fuori per rispetto degli elettori". Masone avrebbe potuto dirlo anche l'anno scorso quando divenne assessore alla Provincia. Ma del resto la operazione di palazzo messa su in Piazza Pirandello sembra infischiarsene del tutto degli elettori che un anno e mezzo fa si erano espressi chiaramente. E quello che gli elettori hanno detto è: partiti al Comune non ne vogliamo (e Totò Pennica ancora l'eco di quella voce la sente benissimo). Non vogliamo né il Pdl (il cui simbolo è stato rottamato dagli agrigentini ben prima che lo facesse in queste settimane il suo fondatore) né il Pd che già un anno e mezzo fa si era presentato con la più astrusa delle alleanze elettorali possibili (con i post An del Fli e con gli ex ma anche post nonsodeché del MpA). L'elettorato agrigentino li ha puniti severamente. I due assessori del Pd sono persone per bene (gli altri nuovi non li conosco). Abbiano rispetto per tutti gli elettori:  per quelli che li hanno votati che non pensavano di vederli in Giunta con Zambuto e per quelli che non li hanno votati per la stessa identica ragione. E poi diano subito le dimissioni.