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Giovedì, 18 Aprile 2024
Colonne d'ercole

Colonne d'ercole

A cura di Fabio Russello

La lezione (laica) di Legrottaglie

«C'è più gioia nel dare che nel ricevere. Tutti uniti si può cambiare famiglie, paesi, città, nazioni». Poche parole e un grande schiaffo (morale) che l'allenatore dell'Akragas Nicola Legrottaglie ha dato a una intera città

«C'è più gioia nel dare che nel ricevere. Tutti uniti si può cambiare famiglie, paesi, città, nazioni».

Poche parole e un grande schiaffo (morale) che l'allenatore dell'Akragas Nicola Legrottaglie ha dato a una intera città. Una lezione la sua che proprio perché laica può essere fatta propria da tutti: da chi non crede, da chi crede a modo suo e dai cattolici che la domenica vanno a messa e dal lunedì al sabato dimenticano i valori di quello stesso Vangelo e i principi che dicono di seguire.

Vedere l'allenatore dell'Akragas e dei giocatori - professionisti, molti con un passato in serie A - mettersi a dipingere lo stadio è innanzitutto una lezione a chi amministra e che non è stato capace di imporsi e spiegare agli operai imboscati del Comune che è finito il tempo del "bosco".

Avrebbero dovuto esserci le maestranze del Comune - che ha 650 dipendenti - a ridipingere lo stadio. E di questo il sindaco Lillo Firetto che ha avuto un grande seguito elettorale dovrebbe chiedere conto e ragione ai dirigenti del Comune. Le parole sono belle, ma se poi non ci sono i fatti, le parole restano parole (e soltanto parole, come avrebbe cantato Mina).

Quella di Legrottaglie è una lezione anche ai tanti agrigentini alla finestra che nella loro atavica rassegnazione hanno finora saputo lamentarsi senza mai avere il coraggio di prendere l'iniziativa. Ci voleva uno "straniero" per dimostrare che al di là delle chiacchiere ci può essere anche altro.

E questo vale sempre: vale pure per il netturbino che la mattina anziché spazzare la strada, si limita semplicemente a spostare di qua e di là con una ramazza le cicche, le foglie e le cartacce, con il risultato che lui fa finta di lavorare ma le cicche, le foglie e le cartacce restano dove sono. Lo vedono tutti, nessuno glielo dice, perché tanto ad Agrigento le cose vanno così.

Ci voleva Nicola Legrottaglie per risvegliare anche l'atavica rassegnazione di molti tifosi - essi sì agrigentini - che sono andati anche loro a ridipingere lo stadio Esseneto.

Nicola Legrottaglie ha già vinto. Sul campo potrà anche perdere 20 partite (speriamo di no...) ma comunque vada ha già lasciato il segno: «C'è più gioia nel dare che nel ricevere. Tutti uniti si può cambiare famiglie, paesi, città, nazioni». Vuoi vedere che si può cambiare persino Agrigento che da ieri - e lo possiamo dire con orgoglio - ha tra i suoi cittadini anche il grande Andrea Camilleri?

La lezione (laica) di Legrottaglie

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