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Venerdì, 19 Aprile 2024
Colonne d'ercole

Colonne d'ercole

A cura di Fabio Russello

Incendio al museo, qualcuno spieghi

L’incendio potrebbe essere solo un “semplice” caso di burocrazia. Ma qualcuno dei burocrati deve spiegare come sia potuto accadere. Non basta dire, come ha fatto la direttrice – persona che stimo – che “tutto è stato fatto nel rispetto delle normative”

L’incendio al museo archeologico di San Nicola non può passare così, in carrozza. Perché il fatto che le fiamme facciano esplodere delle teche dove sono conservati reperti unici danneggiandoli irrimediabilmente è una circostanza gravissima. Ed è una magrissima consolazione – chiamiamola così – sapere che i reperti danneggiati  siano di epoca preistorica e non sono ad esempio i vasi greci, la cui collezione del Museo Griffo è tra le più preziose della Magna Grecia. 

E se fossero esplose le teche dove sono contenute in ognuna una decina di preziosissimi, unici e dal valore inestimabile, vasi greci? E se l’incendio avesse danneggiato l’Efebo? 

Delle due l’una: o bisogna chiedere conto al direttore del Museo perché l’impianto elettrico non è stato messo in sicurezza e perché si sia verificato un corto circuito e perché non ha fatto nulla per farlo adeguare e mettere in sicurezza, o bisogna rivolgersi dal dirigente regionale dei beni culturali e farsi spiegare perché l’impianto elettrico del nostro museo non sia stato messo in sicurezza nonostante le reiterate richieste della direttrice.

L’incendio potrebbe essere solo un “semplice” caso di burocrazia. Ma qualcuno dei burocrati deve spiegare come sia potuto accadere. Non basta dire, come ha fatto la direttrice – persona che stimo – che “tutto è stato fatto nel rispetto delle normative”. Nessuno chiede di forzare la legge, ma un incendio dentro le sale del museo per un corto circuito non doveva accadere.

Incendio al museo, qualcuno spieghi

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