rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Colonne d'ercole

Colonne d'ercole

A cura di Fabio Russello

Ac(Cupa)ti

Se questa provincia è quella che viviamo tutti i giorni non prendiamocela con il destino cinico e baro. La colpa è nostra che abbiamo votato e mandato a rappresentarci nelle Istituzioni quelli che vediamo (non) decidere al posto nostro

Stavolta l'ex presidente della Provincia Eugenio D'Orsi non potrà dare la colpa né ai giornalisti né ai produttori di miele. Il Cupa rischia seriamente di chiudere e questa è un'altra «eredità» lasciataci dal preside prestato alla politica che - il dato è oggettivo - non ha saputo, nonostante le sue scelte «straniere», rafforzare quello che per Agrigento avrebbe dovuto essere un fiore all'occhiello. Invece per i giovani agrigentini frequentare l'università deve essere per forza fare la vita da fuori sede (con costi ormai quasi insostenibili per le famiglie). 

Ma al di là di D'Orsi che è fuori dai giochi da quasi un anno il dramma è il deserto istituzionale su cui la nostra provincia si è impantanata. Un paio di parlamentari (Iacono a Capodicasa) hanno preso carta e penna per lasciare almeno una traccia e poi dei consiglieri comunali agrigentini. Poi il nulla. La verità è che il Cupa è diventato ostaggio della politichetta siciliana (e agrigentina in particolare), vorace quando c'è da raccattare incarichi e consulenze, assente quando c'è da tutelare gli interessi collettivi. 

La politichetta in prima fila quando c'è da discutere sul sesso degli angeli (all'Ars c'è stato un dibattito surreale sulle province) e nascosti quando bisogna prendere posizioni forti. Se questa provincia è quella che viviamo tutti i giorni non prendiamocela con il destino cinico e baro. La colpa è nostra che abbiamo votato e mandato a rappresentarci nelle Istituzioni quelli che vediamo (non) decidere al posto nostro. Unica eccezione Angelino Alfano: ancora ministro senza un solo voto alle urne. 

AgrigentoNotizie è in caricamento