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Colonne d'ercole

Colonne d'ercole

A cura di Fabio Russello

La mula è morta

Comunque sia lo scandalo ha di fatto cancellato la legittimità popolare del Consiglio comunale che, non rappresentando più (o forse rappresentandola perfettamente...) la popolazione non dovrebbe stare in carica nemmeno un altro giorno in più

Le dimissioni dei consiglieri Amato, Saeva, Di Rosa e Messina sono talmente tardive da risultare del tutto (moralmente) inutili. L'abbandono soltanto adesso del Consiglio dimostra paradossalmente disprezzo per gli agrigentini. Perché insomma lasciare solo ora quando lo scandalo è diventato nazionale, e non lasciare invece quando questo andazzo era emerso nelle scorse settimane in ambito locale? Lo scandalo e l'imbarazzo (e dunque l'etica) non si misurano con l'ampiezza del pubblico che ne è venuto a conoscenza. Se una cosa fa schifo e turba la tua sensibilità, avrebbe dovuto farti schifo e turbare la tua sensibilità anche prima che "Ballarò" venisse a certificare appunto lo schifo. O no? 

Inoltre non bisogna cadere nell'errore di fare tutta l'erba un fascio: Alessandro Patti, da quando il sindaco Zambuto si è dimesso, ha smesso di partecipare alle commissioni. Aurelio Trupia ha deciso di rinunciare al gettone. Gliene vogliamo dare atto? Certo, magari avrebbero potuto (e dovuto) denunciare questo andazzo con più forza. Ma noi siamo ad Agrigento dove, se fai richiami alla legalità, finisci per passare per «delatore» e «falso moralizzatore». Siamo insomma la città del paradosso. Basti pensare alla brutta figura (a Ballarò) di Cinzia Puleri (quella del «dipende», del «non sono obbligata a rispondere» e delle «commissione svolte perché siamo ultimi nelle classifiche della qualità della vita») che è anche la moglie di Giovanni Di Maida, l'ex consigliere che aveva (giustamente) denunciato come la Fondazione Teatro Pirandello fosse diventato una specie di bancomat per gli amici degli amici. O il consigliere Vassallo che grazie ad una legge assurda, da consigliere è diventato alto dirigente di una associazione di categoria, e dunque lo stipendio glielo paghiamo noi. Scommettiamo che appena finirà (se lo finirà...) il suo mandato di consigliere perderà anche quel ruolo di alto dirigente di questa associazione? 

Comunque sia lo scandalo ha di fatto cancellato la legittimità popolare del Consiglio comunale che, non rappresentando più (o forse rappresentandola perfettamente...) la popolazione non dovrebbe stare in carica nemmeno un altro giorno in più. Dunque anche se tardive (e che non lavano la coscienza) le dimissioni mi sembrano il minimo. Ma, tanto, non lo faranno.

La mula è morta

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