Quei cattivoni della Procura
Il problema dell'abusivismo non è un capriccio di quei cattivoni che vogliono per forza fare rispettare la legge. Quello che è accaduto al Villaggio Mosè con la pioggia che ha trasformato le strade in torrenti non è frutto del caso
Se non fosse stato per la Procura della Repubblica di Agrigento i fascicoli relativi agli ordini di demolizione dei manufatti abusivi sparsi in tutta la provincia sarebbero rimasti chiusi nei cassetti, dimenticati. Come quello dell'eco mostro di Scala dei Turchi che è "abbattibile" sin dalla primavera del 2011 e che invece è ancora là.
La Procura di Agrigento alla fine finirà per fare un favore a quei sindaci che fanno finta di avere dimenticato che la legge si rispetta anche quando tocca il proprio orticello elettorale. Potranno dire: "Non è colpa nostra, siamo obbligati da quei cattivoni dei magistrati". E in effetti quei cattivoni di via Mazzini hanno spiegato ai sindaci recalcitranti che se non danno seguito alle sentenze di demolizione incorrono nel reato di abuso d'ufficio e di omissione di atti d'ufficio. E se non bastasse la possibile condanna penale c'è il rischio che arrivi anche la scure della Corte dei Conti (e quando si parla di soldi tutti sono molto più sensibili).
Ora il problema dell'abusivismo non è un capriccio di quei cattivoni che vogliono per forza fare rispettare la legge. Quello che è accaduto in via dei Fiumi o al Villaggio Mosè con la pioggia che ha trasformato quelle strade in torrenti non è frutto del caso. E' il frutto di anni e anni di abusivismo. Hanno costruito secondo il loro comodo e a favore del loro portafogli e le conseguenze sono tutte a carico della collettività.
Inutile girarci intorno dopo che - ancora oggi - c'è chi strizza l'occhio al fenomeno (e abbiamo persino amministratori "abusivi"). Ma si sa quelli della Procura sono cattivoni incalliti...