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Bambini e salute

Scarlattina, boom di casi tra i bambini: come riconoscere i sintomi (e quando fare il tampone)

“In un bambino totalmente asintomatico, anche se con tampone positivo, va usato un atteggiamento attendista senza terapia antibiotica. Si curano le malattie non le analisi”. L’intervista a Vincenzo Tipo, primario dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli

La scarlattina è una malattia esantematica contagiosa scatenata dallo streptococco di gruppo A (GAS), la causa più comune di faringotonsillite batterica nei bambini in età scolare. Il batterio produce una tossina pirogenica (veleno) che passa in circolo e determina un’eruzione cutanea dal colore scarlatto, da cui la malattia prende il nome. Si trasmette per via aerea con le goccioline di saliva, tramite ad esempio tosse e starnuti, da un bambino malato o portatore (senza sintomi) del batterio che di norma è localizzato nella faringe.

Sebbene l’incidenza di faringotonsilliti da GAS raggiunga il picco in Europa nei mesi invernali (periodo in cui spesso vengono segnalati focolai negli asili e nelle scuole), il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno registrato, a partire dagli inizi di gennaio, un aumento di casi, anche gravi, tra i bambini al di sotto dei 15 anni in tutti i paesi europei (compresa l'Italia). Un fenomeno anomalo che ha allertato le autorità sanitarie. Cosa sta succedendo? Today fa il punto con Vincenzo Tipo, primario del Pronto Soccorso dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli.

Dott. Tipo, perché questo aumento di casi di scarlattina in Italia?

“Le misure sanitarie adottate per prevenire l’infezione da Sars-CoV-2 hanno ridotto significativamente le interazioni sociali ed, al contempo, favorito l’utilizzo di strumenti in grado di evitare la diffusione dei contagi come l’accurata igiene delle mani e l’uso della mascherina. Questi strumenti hanno contribuito a mantenere bassa la diffusione di molte infezioni pediatriche, sia virali che batteriche, portando, però, a una ridotta stimolazione immunitaria, a causa della minore circolazione degli agenti microbici, con un calo generale dell’immunità individuale e di gruppo. Con la ripresa dei contatti sociali, e il diminuito utilizzo dei mezzi sanitari di prevenzione, si è riscontrato un aumentato numero di casi di scarlattina, così come di forme virali mediamente più aggressive”.

Come riconoscere i sintomi?

“La scarlattina è una malattia provocata dai batteri della famiglia degli Streptococchi beta emolitici di gruppo A (SBEA), causa di infezioni abbastanza banali che si localizzano generalmente al faringe o alla cute. La trasmissione avviene per contatto interumano attraverso le goccioline di saliva o di muco ed è favorita in tutti quegli ambienti chiusi che i nostri bambini frequentano abitualmente come le scuole. I primi sintomi compaiono dopo circa 1-3 giorni dal contagio e sono generalmente la febbre alta (38°C-40°C) e il mal di gola. Dopo circa 24 ore dalla comparsa di questi sintomi, inizia a presentarsi un esantema diffuso sul viso, sul tronco e gli arti. E’ un esantema caratteristico che i pediatri conoscono molto bene ed è il primo segno di sospetto. Si può rimanere contagiosi da 24 ore prima dell’inizio dei sintomi fino a 24-48 ore dall’avvio della terapia antibiotica”.

Cosa fare in caso di comparsa di sintomi?

“Se un bambino, generalmente di età compresa tra i 5 e 15 anni, presenta febbre, mal di gola ed esantema è utile sentire il Pediatra di Famiglia che, con la visita, saprà riconoscere tempestivamente i sintomi. Il Pediatra per confermare il sospetto clinico potrà avvalersi anche di uno strumento di facile utilizzo che è il tampone faringeo per la ricerca dello Streptococco. Il Tampone Faringeo è un test molto facile che si effettua “toccando” le tonsille e la gola del bambino con un tampone apposito simile a un lungo cotton-fioc. Esiste anche il tampone faringeo rapido, un test affidabile per la ricerca dello Streptococco, che dà una risposta in qualche minuto e che può essere effettuato anche nell’ambulatorio del proprio Pediatra di Famiglia o in molte farmacie che offrono questo servizio. Una volta effettuata la diagnosi la terapia è semplice ed è una terapia a base di antibiotici che, ovviamente, vanno prescritti dal pediatra. Voglio, però, fare chiarezza su un aspetto: in un bambino totalmente asintomatico, anche se con tampone positivo, va usato un atteggiamento attendista senza terapia antibiotica. Come spesso ripeto: si curano le malattie non le analisi”.

Articolo: C'è una epidemia di scarlattina, il ministro: "Non sottovalutare i sintomi"

Quali sono i pericoli della scarlattina?

“La scarlattina se adeguatamente trattata non è quasi mai pericolosa, e le possibili complicanze sono date dalle caratteristiche dei batteri che la causano. Raramente un’infezione da SBEA può causare, nella fase acuta, complicanze locali come ascessi o linfoadeniti, e, a distanza di alcuni giorni dalla fase acuta, complicanze tardive come la malattia reumatica e/o la glomerulonefrite (malattie che interessano il cuore e i reni). Tutte queste complicanze sono facilmente prevenibili iniziando tempestivamente la terapia antibiotica così come prescritto dal proprio Pediatra”.

L’OMS e l’ECDC hanno stimato come basso il rischio di iGAS per la popolazione generale. Cosa significa?

“In rari casi i batteri come lo streptococco possono causare un’infezione grave chiamata 'malattia invasiva da GAS' (iGAS) che può presentarsi con sintomi gravi come la diffusione del batterio nel sangue, polmonite, infezione dei tessuti molli e delle ossa e la temutissima sindrome da shock tossico streptococcico. A livello europeo i pazienti maggiormente colpiti sono i bambini di età inferiore ai 10 anni e le persone di età superiore ai 65 anni. L'OMS e l'ECDC hanno stimato come basso il rischio di iGAS per la popolazione generale, nonostante l’aumento dei casi di scarlattina, considerando che l'attuale aumento dei casi segnalati in alcuni paesi europei è moderato. E’ anche importante far sapere che non è stata segnalata la presenza di nuovi ceppi di streptococchi e, soprattutto, non è stata segnalata una sviluppata resistenza agli antibiotici: la malattia è quindi facilmente curabile con gli antibiotici che conosciamo”.

Come prevenire il rischio di infezione nei bambini?

“Per prevenire la scarlattina e soprattutto l’insorgere delle epidemie che stiamo verificando nella popolazione scolastica, è utile ricordare come sempre le norme di igiene che ci hanno accompagnato anche durante la stagione del Sars-CoV2 cioè un’adeguata igiene delle mani e delle vie respiratorie, nonché una buona ventilazione interna dei plessi scolastici. Le scuole e le altre strutture educative dove sono segnalate infezioni dovrebbero seguire inoltre le linee guida per la pulizia e disinfezione dei giochi e delle superfici toccate di frequente. Quando al bambino viene fatta diagnosi di scarlattina, si raccomanda sempre di seguire la terapia prescritta dal proprio Pediatra”.

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