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Alimentazione

Bisfenolo A, perchè è dannoso (e in quali contenitori per alimenti si trova)

E' stato dimostrato che questa sostanza chimica, molto utilizzata nel settore alimentare, può migrare negli alimenti e avere effetti nocivi sul sistema immunitario. Vediamo come possiamo ridurne l'esposizione in cucina (e non solo)

Il Bisfenolo A è una sostanza chimica impiegata per produrre materiali plastici, resine epossidiche, pellame e carta termica (quella degli scontrini fiscali). E’ particolarmente utilizzato nel settore alimentare, per produrre ad esempio stoviglie di plastica, contenitori per alimenti, bottiglie di plastica, ecc. Anche se da decenni si sospetta che questa sostanza sia dannosa per l’uomo, i dubbi si sono moltiplicati a partire dal 2008, quando molti governi hanno iniziato ad effettuare studi sulla sua sicurezza. Molte di queste ricerche hanno dimostrato che il BPA ha la capacità di alterare l’equilibrio endocrino (in particolare interagendo con i recettori estrogeni) soprattutto negli organismi in via di sviluppo. Questo è il motivo per cui nel 2011 l’Unione Europea ha proibito il suo utilizzo per la produzione di biberon e altri contenitori di alimenti per bambini di età inferiore ai tre anni. Ciononostante nel 2015 un’ampia analisi scientifica sui potenziali effetti del BPA ha concluso che non esistono conoscenze scientifiche chiare e pareri univoci sul modo in cui questa sostanza influisce sul nostro organismo. Nel 2016, di contro, l’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha stabilito, alla luce di nuovi studi, nuove limitazioni all’uso del Bisfenolo A. Esattamente un anno dopo, nel 2017 il BPA è stato aggiunto alla Candidate List of substances of very high concern (sostanze estremamente preoccupanti) dall’European Chemical Agency, per cui l'impiego nei prodotti di plastica deve essere autorizzato.

Nell’aprile 2023, infine, l’EFSA ha pubblicato una nuova valutazione dell'esposzione al BPA e della sua tossicità, riducendo significativamente la dose giornaliera tollerabile (cioè che può essere ingerita quotidianamente per tutta la vita senza rischi sensibili per la salute) passando da 4 microgrammi a 0,2 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno. La decisione si basa sul suo ultimo studio condotto su oltre 800 nuove pubblicazioni, che evidenzia come l’esposizione al Bisfenolo A attraverso gli alimenti può avere effetti nocivi sul sistema immunitario ed è un rischio per la salute dei consumatori di tutte le fasce d'età. Ma in quali prodotti possiamo trovare il Bisfenolo A, e come possiamo ridurne l’esposizione? Ne abbiamo parlato con il nutrizionista Fabio Mariniello.

Dott. Mariniello, in quali prodotti si può trovare il Bisfenolo A? 

"Il BPA è un componente chimico utilizzato per la produzioni di alcuni tipi di plastiche molto impiegate nel settore alimentare. È, ad esempio, un costituente del policarbonato (PC) con il quale vengono prodotte bottiglie d’acqua trasparenti. Lo troviamo anche in altri tipi di pellicole e contenitori, quali lattine, damigiane e rivestimenti interni delle scatolette di metallo di alimenti e bibite, dei coperchi dei vasetti di omogeneizzati e di bottiglie di vetro. Non solo, possiamo anche ingerirlo tramite gli alimenti, poichè il BPA migra dal contenitore al cibo o bevanda in esso contenuto. Da parecchi anni l’attenzione dei ricercatori è focalizzata sui danni che questa sostanza causa all’organismo, pertanto nel tempo sono state ridotte le dosi giornaliere tollerabili, ma purtroppo trova ancora largo impiego. Fuori dall’Italia, le normative sono molto differenti. Ci sono paesi che hanno imposto divieti nel settore alimentare, altri solo nei prodotti destinati ad una certa fascia d’età".

Come avviene la migrazione negli alimenti?

"Il BPA è un composto legato debolmente alla plastica, quindi una minima dose viene rilasciata a prescindere dai metodi di conservazione e manutenzione dei recipienti. A peggiorare la situazione sono i detergenti acidi ed i liquidi ad alta temperatura. Anche l’abrasione dei contenitori in plastica con le spugnette può liberare, nel tempo, ulteriore BPA".

Perché l’EFSA ad aprile 2023 ha ridotto ulteriormente la dose giornaliera tollerabile?

"Nel corso del 2015 erano state stabilite, a seguito di studi, delle nuove linee guida. La dose giornaliera considerata tollerabile (DGT) venne ridotta a 4 microgrammi per chilo di peso corporeo, ma le ricerche sulle quali era stata basara la decisione presentavano non poche lacune secondo la comunità scientifica, per cui furono programmati degli approfondimenti. Nel 2023 l’EFSA, a seguito di ulteriori studi, ha poi ridotto enormemente la DGT. Si è passati quindi da 4 microgrammi per chilo di peso a 0,2 nanogrammi/Kg/giorno. La differenza è enorme, una riduzione di circa 20.000 volte rispetto alla precedente. Ma per ognuno di noi è estremamente facile superare questa DGT. Un problema sul quale riflettere".

Cosa comporta un'esposizione eccessiva al BPA?

"Si è notato che il BPA ha un effetto sull’equilibrio ormonale degli esseri umani, interferendo su diversi assi, come quello estrogenico, tiroideo e androgenico. Può sia attivare che potenziare alcuni recettori, sia inibirli. Questo genera segnali anomali rispetto alle fisiologiche oscillazioni del corpo. La fascia più a rischio sono gli adolescenti ed i preadolescenti, che, essendo in fase di sviluppo, richiedono un equilibrio profondo del sistema endocrino. Diversi altri distretti sembrano essere suscettibili al BPA: il sistema nervoso del feto e del neonato, il cuore, la prostata e la mammella. Non è però ancora chiaro se questo possa comportare una maggiore e diretta insorgenza di malattie, poiché il nostro corpo riesce a smaltire una parte del BPA (non a caso determina un aumento della creatininemia renale). Se l’azione esiste, determina danni per via secondaria, attraverso l’alterazione del segnale ormonale. Il timore è che possa incrementare l’incidenza di cancro alla mammella ed alla prostata".

Come possiamo ridurre l’esposizione al Bisfenolo A (non solo in cucina)?

"Evitando i contenitori di plastica in PC laddove possibile. Qualora non si possa fare a meno del PC, assicurarsi che sia prodotto senza BPA. Non riutilizzare le bottiglie di plastica, sono progettate per essere monouso. Non lasciare i contenitori di acqua esposti al sole e alle fonti di calore di casa, quali fornelli, termosifoni, stufette, ma tenerli in luogo fresco, al buio e, se dovete fare scorta di acqua, preferite contenitori e cisterne di altro materiale. Non riutilizzare le bottiglie per contenere aranciate, succhi di frutti, bibite calde. Non lavare i contenitori in plastica nella lavastoviglie. Non riscaldare i pasti in piatti di plastica direttamente nel microonde, se non progettati appositamente per farlo. I piatti in vetro e ceramica restano decisamente i più sicuri".

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