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Viadotto Morandi, niente percorsi alternativi: Firetto chiede l'apertura a step intermedi

Le buste per l'aggiudicazione dei lavori di ristrutturazione dell'Akragas I e II verranno aperte il 15 novembre. Il sindaco ha chiesto all'Anas un progetto preliminare di un nuovo tracciato da inserire nel redigendo Prg

Non ci saranno demolizioni, né percorsi alternativi rasoterra. Non per il momento, né tanto meno per i prossimi anni. Ma l’amministrazione comunale di Agrigento ha chiesto, e lo ha fatto ufficialmente, all’Anas di predisporre un progetto preliminare per creare quella che potrebbe essere la viabilità alternativa al viadotto “Morandi”. Progetto preliminare da “incastonare” nel Prg. Piano dei lavori che servirà per programmare il futuro di Agrigento e dei Comuni attigui.

Il sindaco Lillo Firetto ha incontrato, nella sede compartimentale dell’Anas di Palermo, i vertici dell’azienda. Le buste della gara d’appalto, da 30 milioni di euro, per la ristrutturazione dei viadotti Akragas I e Akragas II verranno aperte il 15 novembre. Eventuali ricorsi permettendo, il cantiere dovrebbe essere avviato prima della fine dell’anno. Nessuna sorpresa sui tempi previsti per la realizzazione della ristrutturazione: erano 30 i mesi preventivati e tanti sono sempre rimasti. Ma c’è una possibilità per vivere il minor disagio possibile. Il sindaco ha chiesto, ed è una possibilità che l’Anas sta valutando, di programmare i lavori in modo da poter attuare, e al più presto la riapertura al traffico leggero di step intermedi. L'Anas ha, intanto, proceduto – dopo i molteplici sopralluoghi tecnici effettuati - ad aggiornare lo stato di progettazione degli interventi di consolidamento delle fondazioni, delle pile e dell'impalco dei viadotti.

Lo scorso aprile, il sindaco di Agrigento aveva – in un vertice tenutosi a palazzo dei Giganti – posto la questione dell’ipotesi viabilità alternativa. I lavori di ristrutturazione, secondo quanto preventivato, dovrebbero durare 30 mesi dalla consegna all’impresa aggiudicataria. Lavori che, per quanto importanti possano essere, restituiranno sempre una struttura di 50 anni, un’opera costruita con un sistema di calcoli ormai desueto. L’amministrazione aveva anche sollevato la questione ambientale che i lavori di ristrutturazione non risolverebbero. Venne, allora, chiesto  di studiare una ipotesi viaria alternativa parimenti efficiente a quella del ponte. Una ipotesi che superi il problema ambientale dell’Akragas I. La questione che, allora, venne sollevata dall’amministrazione comunale non riguardava il viadotto “Morandi” nella sua interezza. Ma c’era una condizione dalla quale – per l’amministrazione comunale – non si poteva prescindere. Demolizioni e percorsi alternativi non avrebbero dovuto far dilatare i preventivati 30 mesi di interventi. Ipotesi – ritenuta dall’Anas - non percorribile in 30 mesi. Archiviata dunque l’idea di procedere subito con un percorso alternativo, il sindaco Firetto non ha mollato e, durante l’ultimo incontro con i vertici dell’Anas, ha lanciato l’idea del progetto preliminare di quello che sarà il tracciato alternativo. Un tracciato che permetterebbe di collegare Agrigento con Porto Empedocle attraverso un percorso composto da viabilità esistente: una parte di statale, una parte di provinciale e una nuova viabilità creata con bretelle di collegamento di circa 300 metri.

“L’idea di una viabilità alternativa rasoterra al viadotto Morandi – ha spiegato ieri il sindaco Lillo Firetto -, viabilità efficiente e con gli stessi tempi di percorrenza garantiti dal cavalcavia avrebbe fatto allungare significativamente i tempi di realizzazione e dunque di restituzione di quel percorso. Abbiamo convenuto, dunque, che intanto con gli attuali lavori preventivati il viadotto verrà messo in sicurezza e che, nel frattempo, un progetto anche preliminare di viabilità alternativa verrà inserito nel redigendo Prg. Questo, appunto, per programmare il futuro”. Di fatto, l’amministrazione Firetto vuole evitare che Agrigento si ritrovi – se fra 5 o 10 anni emergeranno nuovi problemi al viadotto Morandi – con una statale strategica interdetta e con la città parzialmente isolata.

L’ipotesi di percorso alternativo povrebbe essere una sorta di sovrapposizione a Fondacazzo con un’area di raccordo che da via 25 Aprile dovrebbe connettersi verso il basso, tagliando dritto fino all’Akragas 1. 

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