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Piano nazionale di resistenza e resilienza, ordine degli ingegneri: "E' arrivato il momento di dire basta"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

La gente del nostro territorio è stanca ed indignata! Non vuole più assistere né a passerelle politiche né a “scaricabarile” tra i nostri rappresentanti politici che da decenni hanno lasciato relegare la nostra Isola e la nostra Provincia all’ultimo posto di ogni classifica virtuosa, “in primis” per le infrastrutture. Perduta anche la storica ed irripetibile opportunità dei fondi stanziati con il Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza (PNRR), tanto vale chiedere l’annessione alla più ricca e intraprendente isola di Malta!
Nel PNRR non c’è traccia di programmazione di un collegamento fisso tra la Sicilia e l’Europa, né di alta velocità per le nostre ferrovie, niente per lo sviluppo e l’adeguamento, anche energetico, dei porti della provincia di Agrigento, per il traffico crocieristico e mercantile; nessuna traccia di connessione intermodale tra le reti di trasporto ferroviario, stradale, portuale ed aeroportuale.
Niente di nuovo neanche nel sistema idrico, depurativo e dei rifiuti dove si scontano decenni di ritardi ed inefficienze.
Ci potevano trattare peggio i redattori del PNRR? Ebbene sì! Non c’è nulla neanche per la diagnostica e la verifica delle strutture in cemento armato precompresso (c.a.p.) di centinaia di chilometri di strade comunali, provinciali e statali, abbandonate da lustri; non stupiamoci se la prossima “Cassandra” di turno, magari senza alcuna competenza in materia di impalcati, ponti, viadotti e piloni, ci azzeccherà se griderà alla città: ”il ponte Morandi (viadotto Akragas) sta crollando!”
Per semplicità divulgativa evitiamo di trattare le analoghe criticità connesse ai temi del Piano Nazionale Dighe. al nostro prezioso settore agricolo, al settore dell’edilizia scolastica e molto altro ancora.
 Gli ingegneri lanciano un appello accorato rivolto a Chi può decidere di stanziare i fondi per realizzare le grandi infrastrutture. Gli ingegneri chiedono, altresì, di dare subito un segnale ad Agrigento, per esempio finanziando senza ulteriori indugi la viabilità stradale a Nord della città che collegherebbe la SS 640 con la SS 115 che permetterebbe il by-pass dei centri abitati di Agrigento, Porto Empedocle e Realmonte.  
Sul tema delle infrastrutture, la Rete delle Professioni Tecniche, a cui aderiscono gli Ordini Professionali dell’area tecnica, sta organizzando, per il prossimo autunno, un evento finalizzato a lanciare un appello alle istituzioni competenti affinché vengano investite nuove risorse per la realizzazione di una serie di interventi infrastrutturali organici per potenziare il sistema portuale, aeroportuale, ferroviario e stradale a servizio della Sicilia centro-meridionale e soprattutto del  territorio della Provincia di Agrigento.  Tutto ciò, nella consapevolezza che la nostra terra, se riuscisse a superare il grave gap infrastrutturale che l’ha progressivamente isolata dal resto del Paese, rilancerebbe autorevolmente il suo ruolo naturale di Porta d’Europa sul Mediterraneo, sia dal punto di vista socio-culturale che da quello economico e commerciale.
Chi ha buon senso e amore per la Sicilia e potere decisionale adesso li usi o sarà troppo tardi!
Dalle 9:30 di oggi è in corso la prima riunione interna all’Ordine degli Ingegneri del C.O.C. (Comitato Organizzativo Convegno). Gli ingegneri ci sono! Avanti tutta!                                                               
         

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