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Il cambiamento

Ora solare 2022, quando spostare le lancette indietro e quali conseguenze ha su fisico e umore

Come ogni anno, a stagione autunnale ormai avviata, orologio indietro di un'ora fino al 26 marzo

Nonostante gli appelli a un ripensamento di carattere generale sulla consuetudine, e le voci su una proroga dell'ora legale ormai improbabile, mancano 15 giorni al ritorno dell'ora solare, che porterà le lancette dell'orologio indietro di un'ora fino al 26 marzo. Il cambio arriverà tra il 29 e il 30 ottobre. Per eventuali novità sulle regole, se ne riparla l'anno prossimo. 

Nella notte tra l'ultimo sabato e l'ultima domenica del mese le lancette dell'orologio andranno spostate indietro dalle 3 alle 2 per il passaggio dall'ora legale a quella solare. Le giornate ci sembreranno subito più corte perché ovviamente farà buio prima, ma in compenso la mattina avremo un'ora in più di luce. Il tema del cambio di orario è tornato d'attualità dopo un appello della Società italiana di medicina ambientale (Sima) per adottare l'ora legale in modo permanente per risparmiare sull'energia. "Eliminare il passaggio all'ora solare", aveva spiegato il presidente Alessandro Miani, "consentirebbe di guadagnare un'ora di luce e calore solare ogni giorno e, considerati gli attuali prezzi del gas, determinerebbe nel nostro paese risparmi sui consumi di energia stimabili in circa 1 miliardo di euro solo nel primo biennio".

Gli effetti sul fisico sono reali

"La 'sindrome da fuso orario' o jet lag può essere esplicativa di ciò che sembra accadere al cambio dell’ora: quando si raggiunge un paese con un fuso orario diverso da quello di partenza, la mancanza di sincronia tra l’orologio biologico dell’organismo e il ciclo 'sonno-veglia' e 'giorno-notte' su cui esso è regolato, fa sì che alcune funzioni del corpo non si adattino tempestivamente al cambiamento e si instaurino disagi psicofisici di varia natura. Possono maggiormente risentire del cambio di ora, tutti coloro che già soffrono di disturbi del sonno e della concentrazione. In più, poiché le giornate diventano più corte, potrebbe alterarsi oltre al tono dell’umore, la produzione di vitamina D". A spiegarlo all'Adnkronos Salute è l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata.

L’organizzazione attraverso la quale gli organismi viventi regolano le proprie funzioni fisiologiche e i propri comportamenti sincronizzandoli, come in una sorta di orologio biologico, all’alternanza quotidiana luce-buio, è nota come ritmo circadiano, "e le sue dinamiche rispondono, da quando esiste la vita, al ciclo quotidiano di luminosità e oscurità causato dalla rotazione della terra - ricorda Minelli -. In tale circuito ancestrale, attivo da sempre negli organismi viventi in ragione di processi biochimici dipendenti dalla luce del giorno, quest’ultima raggiungendo le strutture profonde dell’ipotalamo attraverso la retina dell’occhio, funziona da inibitore del sonno spegnendo la produzione di melatonina che del sonno è un grande mediatore. Cosa diametralmente opposta accade con il buio che invece favorisce - prosegue - con la produzione di melatonina, la comparsa notturna del sonno la cui qualità e durata sono elementi essenziali per garantire il benessere individuale in termini non solo di riposo ristorativo, ma anche di rigenerazione di funzioni fisiologiche e di prevenzione rispetto all’insorgenza di patologie diverse".

Ma, oltre al ritmo sonno-veglia, l’orologio biologico di cui l’organismo umano è dotato provvede a regolare anche altre funzioni cicliche, come ad esempio la temperatura corporea, autentico misuratore delle nostre attività metaboliche. "Per effetto della melatonina, infatti, la temperatura subisce un abbassamento letargico nelle ore notturne per poi rialzarsi in quelle diurne e ancor di più di sera, con una differenza fino a un grado rispetto a quella registrata al mattino", precisa.

"Il funzionamento preciso ed autonomo di questo straordinario congegno, tuttavia, può essere messo a rischio da elementi esterni tra i quali, ad esempio, i cambi di stagione ma anche quelli di orario, come avviene con il passaggio dall’ora legale a quella solare e viceversa. Al cambio dell’ora, infatti - avverte Minelli - la produzione di melatonina può subire un’alterazione, ciò che può a sua volta influenzare la nostra salute fisica e mentale. I disturbi più frequenti a riscontrarsi, anche perché più immediatamente percepibili, sono a carico del sonno: difficoltà ad addormentarsi e svegliarsi al mattino, insonnia o sonno frazionato. Al risveglio potranno esserci una minore capacità di concentrazione, riflessi più torpidi, svogliatezza e necessità di carburare prima di entrare nel pieno delle attività".

"Ansia e alterazioni dell’umore con cambi repentini"

"A livello psichico possono comparire ansia, alterazioni dell’umore con cambi repentini e apparentemente inspiegabili del suo tono che appare per lo più deflesso, variazioni delle abitudini alimentari con inappetenza piuttosto che aumentata sensazione di fame, bruciori di stomaco e turbe digestive - sottolinea l'immunologo - Tra l’altro, avere ritmi naturali non uniformi rispetto a quelli registrati solo il giorno prima, quando ancora si stava nell’ora legale o solare, può incidere negativamente sulla pressione arteriosa e sulla frequenza cardiaca e può influenzare la crono-modulazione della secrezione ormonale".

Minelli sottolinea poi che "è possibile identificare le caratteristiche personali di ciascuno, sulla base dei ritmi di sonno e veglia che appartengono a ciascuno di noi. E’ un cronotipo mattiniero quel soggetto che, di suo, è abituato a svegliarsi presto la mattina, senza per questo soffrirne più di tanto. E’ un cronotipo tiratardi, invece, quel soggetto lento, tendenzialmente portato a rinviare impegni e decisioni, a cui piace far tardi la notte, generalmente un po’ frastornato al risveglio e per buona parte della mattinata. In realtà - osserva - la differenziazione in cronotipi è molto più complessa e, per esigenze di semplificazione descrittiva dei cronotipi dominanti, si è anche provveduto ad una loro classificazione ritagliata sulle caratteristiche comportamentali di animali diversi tra i quali il gufo o l’allodola, ma anche il leone, il lupo, l’orso, il delfino".

"Di fatto, quel che sembrerebbe emergere da un crescente numero di prove è che il cronotipo tiratardi ha un impatto significativo sul rischio di sviluppare disturbi dell'umore, obesità, diabete e altre malattie croniche. Nonostante il vasto potenziale di utilizzo delle informazioni sui cronotipi per la medicina di precisione, i fattori che modellano i cronotipi rimangono ancora oggi poco noti. In un recente lavoro scientifico si è valutata l’esistenza di un’associazione tra il microbioma intestinale e il cronotipo"

"In particolare, il confronto dei batteri intestinali nei mattinieri e nei tiratardi ha rivelato due principali gruppi batterici la cui abbondanza differiva tra i cronotipi (alistipes: elevato nei mattinieri; lachnospira: elevato nei tiratardi). Nello studio - conclude Minelli - dopo aver confrontato la dieta dei diversi cronotipi, si è scoperto che i cibi ricchi di fibre (frutta, verdura) e l’acqua potabile erano importanti nelle diete di chi si svegliava presto, mentre lo zucchero semplice e le bevande zuccherate e ad alto contenuto proteico erano associati a chi dormiva più tardi e si svegliava altrettanto tardi. Si profila così la possibilità di identificare vie metaboliche associate ai diversi cronotipi con possibilità di identificare modelli dietetici specifici che, agendo sulla comunità microbica intestinale, possa renderci più performanti verso il piccolo jet lag correlato al cambio dell’ora che, al pari del fuso orario, sembrerebbe essere intensamente sofferto da almeno un terzo della popolazione, rispetto ad un altro terzo che lo avvertirebbe molto meno e ad un ultimo terzo che al cambio, piccolo o grande che sia, sembrerebbe restare del tutto indifferente".

"Non tornare all'ora solare": la proposta

L'ora legale è dunque la diffusa convenzione di spostare avanti di un'ora le lancette degli orologi di uno Stato per sfruttare meglio l'irradiazione del sole durante il periodo estivo. Con il termine ora solare ci si riferisce invece all'orario statale usato durante il periodo invernale, quando esso coincide con quello del meridiano del fuso orario di riferimento, chiamato anche "ora civile convenzionale". Lo scopo dell'ora legale è proprio quello di consentire un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell'illuminazione elettrica. Spostare in avanti di un’ora le lancette degli orologi significa ritardare l’utilizzo della luce artificiale nei periodi in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. I mesi che segnano il maggior risparmio energetico sono aprile e ottobre, mentre i risparmi sono più contenuti nei mesi estivi, quando la maggior parte degli uffici sono chiusi. L'ora legale non fa miracoli, non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo, semplicemente, indurre un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente "sprecate" a causa delle abitudini di orario.

Si consideri ad esempio una persona che dorma ogni giorno dalle 23 alle 7: d'estate il sole sorge ben prima delle 7, e quindi utilizzando l'ora legale è possibile sfruttare l'ora di luce dalle 6 alle 7 e ritardare di un'ora l'accensione della luce elettrica alla sera. La proposta di non tornare più all'ora solare l'ha lanciata tra i primi, nei mesi scorsi, il presidente della società di medicina ambientale Alessandro Siani. Prima della crisi Ucraina, la società di distribuzione Terna aveva calcolato che negli ultimi quindici anni, nel periodo fra il 27 marzo e il 30 ottobre, quando vige l'ora legale, sono stati risparmiati 10 miliardi di kilowattora, pari a 1,8 miliardi di euro. Nel 2018 il Parlamento europeo ha approvato con oltre l'ottanta per cento dei sì l'abolizione dell'obbligo dell'alternanza ora solare-ora legale, lasciando liberi gli Stati di scegliere se adottarla o meno. 

Fonte Today.it

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