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Giovedì, 28 Marzo 2024
Attualità Favara

Libri, assenze e antimafia: scoppia la polemica tra Bolzoni e la città di Favara

Non c'è nessuno alla presentazione del testo "La Mafia dopo le stragi" e il noto giornalista firma un editoriale al vetriolo su Repubblica. Il sindaco Anna Alba:"Chieda scusa".

La polemica parte un po’ in sordina ieri mattina, quando sui social arrivano le prime foto di un articolo che il giornalista Attilio Bolzoni aveva scritto su La Repubblica del 5 maggio. Un fondo pesantissimo, nel quale l’autore di libri di successo come “Il Capo dei Capi” manifestava la sua contrarietà per il cattivo risultato rimediato alla presentazione della sua ultima fatica, ovvero “La Mafia dopo le stragi”. Alla serata, organizzata ai “Sette Cortili”, nel cuore di Farm Cultural Park, dall’editore e medico Antonio Liotta infatti, non era arrivato nessuno, nemmeno una parte degli stessi organizzatori.

Un fatto spiacevole, certo, ma che ha spinto il giornalista ad avanzare alcune ipotesi sull’origine delle assenze che, in poco tempo, hanno scatenato un comprensibile putiferio. Cosa dice Bolzoni?  Il fondo ha un occhiello chiarissimo: “il dibattito mancato”. Titolo: “Mafia, un libro, zero presenti”. Accanto un virgolettato: “A Favara è accaduto un piccolo fatto misterioso e senza precedenti”.

È la prima volta, dice Bolzoni, che alla presentazione di un suo libro non si presenti nessuno, nemmeno un esponente del variegato mondo siculo che gira intorno alle iniziative più o meno culturali di cui le nostre città pullulano.  “Sarà che l’argomento mafie non sia ancora popolarissimo da queste parti anche se tutti i siciliani ormai si professano in massa antimafiosissimi” ipotizza Bolzoni, lasciando comunque aperto un margine (“sarà che il libro in questione non trovi grande interesse, sarà forse poco attraente l’autore”) e precisando che anche se a lui non “piacciono le dietrologie, né chi vede ‘complotti dappertutto”, quella diserzione “racconta tanto”.

Cosa racconta? Non lo precisa, ma  il giornalista infila all’improvviso un riferimento al collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta: “la sua ‘cantata’ - scrive - è omissata nella parte che riguarda gli amministratori e i personaggi politici…”. Insomma, hanno inteso molti, a Favara non si vuole parlare di mafia o per paura o per connivenza.

Affermazioni che scatenano una pioggia di commenti negativi contro l’autore da parte di giornalisti, ex esponenti politici, normali cittadini, molti dei quali concordano su una versione: nessuno sapeva dell’evento. Così, se da un lato Liotta ha spiegato di aver comunque fatto la sua attività di promozione (“bisogna dire  - scrive - che a molte persone sarà sfuggito, qualcuno ha dimenticato, altri erano al funerale del professor Vita.. Mi fermo qua.. forse è meglio"), ad alzare la voce è stata la politica favarese, a partire dal deputato regionale Giovanni Di Caro, che già nel pomeriggio aveva invitato Bolzoni a non “infangare un'intera comunità per cercare un po' di risonanza mediatica...Capita di fallire… (ma) dire che i favaresi sono tutti mafiosi è come dire che i giornalisti sono tutti faziosi. Lei accosta le imprese di Favara alla mafia; i miei concittadini al malaffare e non è giusto, non è onesto e non le fa onore”.

Netta, anche se fondamentalmente conciliante, la posizione del sindaco Anna Alba, arrivata alle testate solo nella tarda serata di ieri. “Esprimo, a nome dell'intera collettività favarese, totale dissenso in riferimento alle inopportune considerazioni rilevate nll'articolo del signor Bolzoni. Favara ripudia la mafia, in ogni modalità  e con estrema convinzione. La mia città segnata da un passato difficile, oggi paese che ha voglia di riscattarsi,  dimostrandolo quotidianamente. In occasione delle scuse che, vorrà porgere ai miei concittadini La invito pubblicamente a ritornare a Favara e in tale occasione parlare del suo libro. #Favararipudialemafie”. In attesa di repliche – o inattese scuse – la vicenda si ferma qui. Forse.

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