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Martedì, 23 Aprile 2024
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Raccolta rifiuti, Legambiente al sindaco: "Revochi l'approvazione della variante al contratto"

Gli ambientalisti hanno scritto una lunga lettera indirizzata alla giunta comunale

"Il sindaco Firetto revochi la delibera di approvazione della variante al contratto sulla raccolta differenziata". E' questo l'appello fatto da Legambiente. 

"Abbiamo appreso - fa sapere in una nota Legambiente - che la giunta Comunale di Agrigento ha deliberato la approvazione della variante al contratto di appalto per la R.D. che riconosce un aumento di circa 260 mila euro all’anno della remunerazione al raggruppamento temporaneo delle imprese esecutrici". Legambiente, in una nota, spiega punto per punto il perchè della proposta di revoca.

"Il Comune di Agrigento con la variante da 260 mila euro all’anno (1,3 milioni in 5 anni):  concede alla RTI un maggior numero di mezzi (camion) che dovranno essere utilizzati per raccogliere tutti i rifiuti che vengono abbandonati per strada;  riconosce il fatto che nel progetto di gara, che la RTI si è aggiudicata, non sono state previste le cosiddette “sostituzioni”, cioè un quantitativo in più di personale;  rinuncia all’uso dei mezzi elettrici (moto api) per la raccolta dei rifiuti nel centro storico, prevista nell’offerta tecnica migliorativa con cui l’ATI si è aggiudicata l’appalto". 

Secondo Legambiente la variante non andava fatta.  "Secondo noi - continuano in una nota - questa variante non andava fatta per i seguenti motivi:la raccolta dei rifiuti abbandonati per strada era già prevista nel contratto d’appalto per il primo anno di esecuzione - gli esperti concordano sul fatto che si tratta di un’attività necessaria nella fase di attivazione della R.D.; se si apporta una variante di questo tipo significa che si “istituzionalizza” l’abbandono di rifiuti, mentre si dovrebbe contrastare. Di fatto, diventa un incentivo a non fare la R.D. poiché si “garantisce” agli sporcaccioni di potersi liberare della propria spazzatura più a cuor leggero. Ma vi è un'altra e più importante ragione per cui non si può tecnicamente giustificare la variante: come avviene in tutti i Comuni in cui si passa dalla raccolta stradale indifferenziata alla raccolta differenziata domiciliare, anche ad Agrigento si è avuta una riduzione della produzione dei rifiuti. Rispetto alle previsioni di gara la produzione di rifiuti ad Agrigento è calata del 21%. Per cui, se per raccogliere il 21% in meno la ditta deve adesso utilizzare due mezzi in più, significa che non è in grado di organizzarsi adeguatamente e questa inefficienza non può essere pagata dalla collettività; Nelle migliori realtà italiane, cioè quelle in cui le famiglie pagano una TARI da 2 a 3 volte inferiore a quella di Agrigento, il servizio si adegua periodicamente spostando mezzi e personale dalle tipologia di raccolta sovradimensionate a quelle sottodimensionate. É ciò che si sarebbe dovuto fare anche ad Agrigento". 

"Se proprio occorreva fare una variante al contratto - dice Legambiente- questa non poteva che riguardare una riduzione del costo del servizio, piuttosto che un aumento, in ragione della riduzione del rifiuto trattato, ma anche del mancato raggiungimento dei risultati posti a base dell'offerta: 83% della raccolta differenziata Abbiamo la netta impressione che modificare il contratto in questo modo equivalga non solo a “cambiare le carte in tavola” ma partecipare ad un gioco in cui c’è qualcuno che perde sempre e altri che, comunque vada, non perdono mai. Ci preoccupa molto perché ci pare il primo cedimento di questa amministrazione a quel sistema che - anche ad Agrigento così come in molte altre città meridionali - si oppone all'avvio e al consolidamento della raccolta differenziata. Che si opponeva e si oppone con i soliti argomenti: non siamo pronti, gli altri sono più civili e non sporcano, prima ci vogliono gli impianti, le nostre città sono logisticamente più complesse. Tutte sciocchezze e amenità varie propalate da chi non ha mai messo il naso fuori da Agrigento o puntava a mantenere lo status quo. Cioè una città caratterizzata da migliaia di evasori della TARI, da lavoratori sottoutilizzati, da una gestione clientelare degli stessi". 

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