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L’iniziativa / Naro

Inaugurato il murale dedicato a Livatino, il sindaco Brandara: “Insieme a San Calogero veglierà su Naro”​​

L’iniziativa rientra nel progetto “Giovani artisti e committenza pubblica”. A realizzare la grande immagine sulla parte esterna della scuola “Sant’Agostino” sono stati gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze

Un’immagine forte ed emblematica: lo sguardo sereno del beato giudice Rosario Livatino campeggia a Naro. Come San Calogero sarà una sorta di “angelo custode” per la comunità della “Fulgentissima”. E’ stato inaugurato il grande murale che raffigura il volto del “giudice ragazzino” ucciso dalla mafia nel 1990. C’erano le autorità civili, religiose e militari ma anche associazioni, cittadini e il dirigente scolastico Vincenzo Fontana ad applaudire l’opera realizzata dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, guidati dal professore Calogero Saverio Vinciguerra. Il murale è stato creato su una delle pareti della scuola “Sant’Agostino”.

Una scelta, questa, non casuale ma esplicitamente voluta dal sindaco Maria Grazia Brandara per il valore simbolico e didattico dell’opera che è stata realizzata nel contesto del progetto “Giovani artisti e committenza pubblica”, che ha ricevuto il patrocinio della Presidenza dell’Ars.

“Per chi crede, Rosario Livatino è un Beato, ma per chi crede anche o solo nella giustizia, lui rappresenta un faro luminoso di coerenza e sacrificio - ha detto il sindaco Maria Grazia Brandara - perché Livatino è un servitore dello stato credente e credibile con un altissimo senso del dovere e del diritto. Mi piace pensare che la vicinanza con il santuario di San Calogero consenta al Beato e al Patrono della città di vegliare su questa comunità con il loro sguardo benevolo. Questo murale è solo l’ennesima prova di come il lavoro condotto da marzo 2022 ad oggi dagli studenti in città stia portando importanti benefici alla nostra collettività che rappresenteranno un’occasione per incentivare il turismo”. 

Proprio della sfida dell’inserire opere in un contesto già prezioso com’è Naro, perla del Barocco, ha parlato il professore Vinciguerra.

“In genere - ha detto - l’arte pubblica si realizza nelle periferie, dove lo slancio creativo è certamente più libero. Lavorare in un luogo ricco di storia, come in questo caso, è certamente più difficile perché andiamo a misurarci con i livelli nostri e quelli che sono presenti”.

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