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Castello Incantato, a curiosare nel museo giardino di "Filippu di li testi"

Nel meraviglioso regno del geniale artista Filippo Bentivegna. La presunta follia, le teste scolpite nella roccia e una collezione arrivata fino in Svizzera

Il nostro tour attraverso i luoghi ricchi di fascino e mistero, dove la storia incontra la leggenda, comincia dal Castello Incantato di Sciacca. Qui, ai piedi del monte Kronio, sorge un giardino sui generis, un museo a cielo aperto per la curiosa presenza di teste scavate nella roccia, strepitose sculture realizzate dall'artista Filippo Bentivegna, noto come "Filippu di li testi". Una realtà unica nel suo genere, la seconda più visitata in provincia di Agrigento dopo la Valle dei Templi e punta di diamante della Sicilia occidentale, che da sempre desta l'interesse non solo dei turisti ma anche degli stessi agrigentini. Vediamo quali sono le curisosità che si nascondono nel regno di Bentivenga, tra le migliaia di sculture che continuano a incantare i visitatori. 

Per conoscere meglio la storia delle interessanti sculture bisogna scavare nella vita di Bentivenga, nato a Sciacca nel 1888  in una famiglia numerosa e con evidenti ristrettezze economiche. Un'esistenza la sua fatta di lavori saltuari e priva di istruzione scolastica, che lo portò a tentare la fortuna in America, esperienza trasformatasi in un trauma. Filippo infatti lontano dalla Sicilia fu emarginato ed ebbe una grande delusione d'amore che influenzò il suo carattere. Deluso dal viaggio andato male tornò a Sciacca dove acquistò un podere, nel quale trascorreva le sue giornate scolpendo le rocce del giardino  e creando quelle teste che oggi sono avvolte da un'aurea quasi mistica. Ma cosa raffigurano?  "Le sue sculture sono tutte diverse - come si legge nel sito sciaccamusei- e raffigurano personaggi famosi e non a cui dava anche un nome e che, nel suo immaginario, rappresentavano i sudditi del suo regno che egli aveva creato e di cui era Signore, amava infatti farmi chiamare dalla gente 'Sua Eccellenza'. Al centro del podere sorge la casetta dove il Bentivegna viveva, le cui pareti decorate da disegni raffiguranti grattacieli che ricordano il suo soggiorno in America e un pesce che contiene nel proprio ventre un pesce più piccolo che probabilmente simboleggi a la traversata dell’artista all’interno della nave che lo condusse a New York".

Si racconta che fosse pazzo e che si aggirava tra le vie del paese con un bastone dicendo di essere il signore delle caverne. Successivamente il declino e il trasferimento in un'altra casa,  ma tornava periodicamente nel podere dove continuava la sua ossessiva attività artistica. 14 opere di Filippo Bentivegna oggi fanno parte  della Collection de l’Art Brut di Losanna in Svizzera, grazie all'opera di Jean Dubuffet in seguito alla scoperta del suo collaboratore Gabriele Stocchi di ritorno da un viaggio in Sicilia  nel 1971. Nel 1973, viene pubblicato "Castello incantato",  la nota biografica di Stocchi e un testo scritto da un collaboratore della Compagnia dell’Art Brut, A. Wolff. Oltre ai testi si possono ammirare delle fotografie degli oggetti che Filippo Bentivegna ha inventato, delle sue sculture, e una  fotografia che lo ritrae insieme ad un suo amico a Boston, nel 1913.
 

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