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Achille Lauro blasfemo? Il parroco La Magra: “Scandalizzatevi per altro e fatevi una risata ogni tanto”

Un post su Facebook che ha ottenuto centinaia di consensi quello pubblicato dal prete racalmutese che non condanna affatto il gesto del cantante che, sul palco dell’Ariston, si è auto-battezzato versandosi sul volto dell’acqua con una conchiglia come quelle usate nelle funzioni religiose

”Ma è possibile che tutta la cattolicità vi viene fuori quando canta Achille Lauro? Scandalizzatevi per altro e fatevela una risata ogni tanto!”: un post puro e semplice che sintetizza la posizione, chiara e netta, di Don Carmelo La Magra, parroco di Racalmuto, su quanto visto ieri in apertura di Festival con la prima esibizione affidata al pittoresco cantante veronese.

Achille Lauro, al termine della sua canzone, intitolata “Domenica” ed eseguita con un gruppo gospel, ha simulato una sorta di auto-battesimo versandosi sul volto dell’acqua con una conchiglia come quelle usate nelle funzioni religiose.

Fiorello, intervenuto poco dopo, aveva già previsto l’innesco della polveriera: “Chissà cosa ne pensa l’Osservatore Romano (il quotidiano che diffonde le notizie della Santa Sede, ndr) dopo la performance di Achille Lauro”. 

E infatti la polemica non è tardata ad esplodere con il tweet di questa mattina firmato dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura:  "II Battesimo è il più bello e magnifico dei doni di Dio. Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste d'immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più prezioso". Non cita direttamente Achille Lauro ma il riferimento è abbastanza chiaro.

Decisamente più diretto il vescovo di Ventimiglia Antonio Suetta: "Una triste apertura del Festival della canzone italiana 2022 ha purtroppo confermato la brutta piega che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il mondo dello spettacolo, servizio pubblico compreso. La penosa esibizione del primo cantante ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante. Il brano presentato, già nel titolo – Domenica – e nel contesto di un coro gospel, alludeva al giorno del Signore, celebrato dai cristiani come giorno della fede e della risurrezione, collocandolo in un ambiente di parole, di atteggiamento e di gesti, non soltanto offensivi per la religione, ma prima ancora per la dignità dell’uomo.

In tutto questo s’inserisce, dal piccolo “paese della ragione”, Don Carmelo La Magra che invita a “superare” certi lucchetti e ipocriti bigottismi, invitando a ricercare una “cattolicità” autentica, fatta di gesti concreti e senza puntare il dito contro un artista che, pur nella sua stravaganza e innata indole provocatoria, non aveva di certo intenzione di offendere nessuno. Forse ha sottovalutato la possibilità di urtare la sensibilità di qualcuno, ma il dibattito rimane comunque aperto.

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