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"Ha spillato fino a 3.500 euro ad un paziente": i dettagli dell'inchiesta sul falso fisiatra

Il quarantottenne avrebbe esercitato abusivamente la professione, avrebbe fatto prescrizioni mediche e rilasciato ricevute. Fatture che – secondo la Procura – avevano un codice fiscale falso

Da un paziente avrebbe incassato 3.500 euro, 1.800 euro da un altro e 720 da un terzo. Gli agrigentini bisognosi di cure, cercando di scongiurare interventi chirurgici e recuperi postoperatori, si sarebbero fidati. Ed anche ciecamente. Di lui, di quel fisiatra marocchino, fra Agrigento e Raffadali, del resto, non si parlava che bene. Anzi, qualcuno – nel tam tam di voci – lo aveva ritenuto capace di fare, con elettrostimolazioni e manipolazioni, veri e propri “miracoli”. In realtà quel quarantottenne marocchino – che è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento – non era un medico. Esercitava la professione di fisiatra, effettuava davvero manipolazioni ed elettrostimolazioni, faceva prescrizioni – ha ricostruito ieri la Procura della Repubblica – e rilasciava fatture, ma era un falso fisiatra.

Scoperto un falso fisiatra, denunciato un quarantottenne 

Il quarantottenne marocchino avrebbe iniziato a lavorare – secondo le ricostruzioni della Procura – in un albergo di Agrigento. E già allora, al suo fianco, ci sarebbe stata – per procacciare, secondo l’accusa, clienti al finto fisiatra – l’agrigentina di mezza età. Una donna che avrebbe fatto girare la voce con whatsapp e che avrebbe anche elencato tutte le malattie e i problemi che quel medico – fasullo, secondo le investigazioni dei carabinieri, - era capace di curare. Il fascicolo di inchiesta è stato coordinato dal procuratore aggiunto Salvatore Vella.

IL VIDEO. "Ha illecitamente intascato 50 mila euro circa", denunciato falso fisiatra 

Di pazienti, in quelle maglie, ne sarebbero caduti diversi. Gente bisognosa di cure, appunto, che veniva sottoposta – pagando - a visite, elettrostimolazioni e manipolazioni. Poi, non è chiaro per quale motivo, lo studio sarebbe stato spostato a Raffadali dove il quarantottenne avrebbe continuato ad esercitare abusivamente la professione e dove avrebbe fatto prescrizioni mediche e rilasciato fatture. Fatture che – secondo la Procura – avevano un codice fiscale falso.

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