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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Raffadali, la Procura della Repubblica di Agrigento si occuperà del ricorso per l'elezione del sindaco

La vicenda riguardante le amministrative del 2015 si arricchisce di un nuovo filone riguardante i comportamenti di un presidente di seggio e alcuni atti di notorietà contenenti dichiarazioni di rappresentanti di lista, utilizzate a corredo del ricorso di Giglione

La Procura di Agrigento, ha aperto un'indagine nei confronti di uno dei Presidenti di seggio e di cinque rappresentanti di lista del candidato a sindaco "Piero Giglione", che avrebbero dichiarato il falso, l'uno per avere attribuito impropriamente sei voti al candidato Giglione, gli altri per facilitare lo stesso alla presentazione del ricorso elettorale per l'annullamento dell'elezione a Sindaco di " Silvio Cuffaro", fratello dell'ex Presidente della Regione Totò Cuffaro.

In seguito alla verifica effettuata dal Prefetto di Agrigento, su richiesta dei Giudici della II sezione del TAR di Palermo, è emerso che le schede riscontrate nelle sezioni prese in esame non corrispondevano né nel quid, nè nel quantum, con quanto dichiarato dai rappresentanti di lista sotto la propria responsabilità nelle dichiarazioni sostitutive di notorietà da essi sottoscritte.

Poiché quanto accaduto, rappresenta un fatto grave e una essenziale violazione di legge, il sindaco di Raffadali ha sporto, nel mese di febbraio scorso, querela presso l'autorità giudiziaria penale di Agrigento al fine del ripristino della giustizia e della verità.

Percorrendo la storia che ha caratterizzato l'inizio di questo ricorso elettorale, è doveroso ricordare che l'elezione del sindaco Cuffaro è avvenuta per soli 5 voti di scarto, e che da parte del candidato Giglione è stato posto in essere un ricorso elettorale, sollevando l'erronea attribuzione al sindaco Cuffaro di 45 schede che erano state votate con la scritta di pugno del nome e cognome del candidato sindaco, nonostante il nome e cognome  fosse già indicato nella scheda elettorale, tutto ciò evidenziando, a parer loro, un chiaro segno di riconoscimento del voto che andava annullato.

Dalla verifica effettuata dalla Prefettura di Agrigento, sono state riscontrate 36 schede (non rispettando nel totale e nelle sezioni il numero e il contenuto delle dichiarazioni) che sono state trasmesse al TAR, di cui solo per quattro schede vi è la certezza dell'assegnazione al sindaco Cuffaro, in quanto attribuite e messe a verbale.

Mentre di converso, sono state rinvenute ben 55 schede con l'indicazione di pugno di nome e cognome del candidato sindaco "Piero Giglione". 

Queste schede pur non essendo oggetto di verifica, sono state puntualmente riprodotte e trasmesse al TAR dagli Avvocati  Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia.

Dopo un anno dall'avvenuta elezione del sindaco Cuffaro, il TAR ancora deve pronunciarsi sull'ammissibilità del ricorso presentato da Giglione.

Se le falsità denunciate da Cuffaro, riguardo al contenuto di ben cinque dichiarazioni su otto, trovassero riscontro si indebolirebbe l'unico presupposto su cui si fonda il ricorso di Giglione, risultando così, in contrasto con la costante e consolidata giurisprudenza e con la legge.  

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