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Sabato, 20 Aprile 2024
Licata Licata

"Pizzo sulle buste paga dei dipendenti", lavoratori si costituiscono parte civile

Il giudice dell'udienza preliminare li ammette in giudizio. In un primo momento erano indagati per favoreggiamento

Le vittime delle presunte estorsioni sulle buste paga sono state ammesse come parti civili. “Ho deciso di raccontare la verità perché non riuscivo a guardare in faccia mia figlia”: con queste parole, messe a verbale dagli inquirenti, un'operatrice delle cooperative “Libero Gabbiano” e “Arcobaleno”, inizialmente accusata di avere mentito alla Procura per coprire i propri datori di lavoro che le avrebbero imposto il pizzo sulla busta paga, aveva iniziato la sua totale retromarcia e ieri, ufficialmente, è stata ammessa come parte civile.

Altri due colleghi e la stessa cooperativa (assistiti dagli avvocati Salvatore Manganello, Antonino Gaziano, Vincenza Gaziano, Salvatore Loggia e Calogero Lo Giudice) si sono costituiti in giudizio. L’ordinanza è stata emessa ieri mattina dal giudice dell’udienza preliminare Alfonso Malato. Il pubblico ministero Matteo Delpini, all'apertura dell’udienza preliminare, aveva modificato i capi di imputazione e l’importo della presunta estorsione contestata era stato decuplicato e adesso ammonta a 130 mila euro.

Si torna in aula il 6 maggio. Gli inquirenti ipotizzano il classico sistema del pizzo sulla busta paga. Gli indagati - tutti licatesi - inizialmente erano dieci: fra loro anche tre dipendenti delle cooperative di Licata che gestiscono strutture per disabili, estranei alle accuse di estorsione, e un amico di una di loro ai quali veniva contestato di avere mentito quando furono ascoltati dagli inquirenti favorendo i loro stessi presunti estorsori

Il principale imputato è l’avvocato Rosario Magliarisi; nella lista anche Linda Modica, 49 anni, responsabile delle due comunità d’accoglienza per minori e malati psichici; Angelo Magliarisi, 46 anni, fratello di Rosario, amministratore delle Onlus dall’aprile del 2009 all’ottobre del 2014; Carmela Di Blasi, 67 anni, madre dei Magliarisi, amministratrice delle coop nel periodo antecedente al figlio, Florinda Zagra, 38 anni, impiegata delle coop addetta alla gestione contabile dei rapporti con i dipendenti; e Luciano Ballacchino, 39 anni, amministratore unico della cooperativa “Arcobaleno” dall’ottobre del 2014 al maggio dell’anno successivo. Le principali accuse ipotizzate sono l'associazione a delinquere, l'estorsione e l'appropriazione indebita. 

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