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Giovedì, 28 Marzo 2024
Licata Licata

"Spaccio di droga": la Cassazione conferma 10 condanne, un assolto

Complessivamente 60 le persone che rimasero coinvolte nell’inchiesta durata due anni

La terza sezione della Corte di Cassazione ha confermato - con pene fino a 15 anni di reclusione - la sentenza d’appello del processo denominato "Carte false" che vede imputati diversi licatesi per droga. Unico assolto: Pasquale Alessandro Salemi difeso dagli avvocati Silvio Miceli e Daniele Re. I reati contestati a Salemi sono andati in prescrizione. Inammissibili invece i ricorsi presentati dai difensori di Salvatore Mangione, Valeria Spanò, Antonino Arcidiacono, Dario Trigona, Giuseppe Ruscica, Gaetano Annatelli, Francesco Balsamo, Ottavio Pezzino, Salvo Musumeci e Luciano La Rocca. Tutti condannati al pagamento delle spese processuali e della somma di 2.000 euro.

Il blitz "Carte false" era stato condotto dai carabinieri della compagnia di Licata con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catania. Complessivamente 60 le persone coinvolte, finite nell’inchiesta al termine di due anni di indagini. Il 29 marzo del 2012 i carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, coadiuvati dai militari delle provincie di Catania, Palermo, Siracusa ed Enna, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip presso il tribunale di Catania, Santino Mirabella su richiesta del sostituto procuratore Lucio Setola e del procuratore Marisa Scavo, della Dda di Catania, nei confronti di 52 persone, che erano accusate, a vario titolo dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti; produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope in concorso; favoreggiamento personale;  falsa identità personale in concorso;  associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione di documenti personali, documenti personali militari, buste paga della marina militare usate per la commissione di centinaia di truffe in danno di centri commerciali e negozi di informatica; ricettazione.

Le indagini hanno avuto inizio nel 2009 e sono state condotte dai militari del Nucleo operativo della Compagnia carabinieri di Licata. Era emerso il traffico illecito di sostanze stupefacenti e numerose truffe. In particolare era stato accertato il ruolo centrale di alcuni licatesi che, oltre ad effettuare uno spaccio al minuto a Licata, da cui hanno tratto spunto le indagini, provvedevano a far spola con Catania per l’approvvigionamento di ingenti quantitativi di cocaina, hashish, marijuana, ecstasy ed anfetamine che venivano poi spacciati, attraverso numerosi pusher, all’interno di discoteche e locali notturni del catanese (ma anche nei territori di Taormina, Giardini Naxos, Rimini, Roma, Licata). Inoltre l’inchiesta ha fatto emergere l’esistenza di rapporti dei vertici dell’organizzazione con appartenenti della cosca mafiosa dei «Laudani» nonché con grossisti catanesi ritenuti vicini a gruppi criminali della città etnea.

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