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"Pizzo sulla busta paga", le vittime raccontano tutto e da accusati diventano accusatori

Inizia udienza preliminare per i sei responsabili delle coop di Licata "Libero Gabbiano" e "Arcobaleno". I dipendenti, inizialmente accusati di avere mentito agli inquirenti, potranno costituirsi parte civile

Ho deciso di raccontare la verità perché non riuscivo a guardare in faccia mia figlia”: con queste parole, messe a verbale dagli inquirenti, una dipendente delle cooperative “Libero Gabbiano” e “Arcobaleno”, inizialmente accusata di avere mentito alla Procura per coprire i propri datori di lavoro che le avrebbero imposto il pizzo sulla busta paga, ha iniziato la sua totale retromarcia. Lo stesso hanno fatto altri due colleghi e un loro amico che, sulla base delle intercettazioni telefoniche, secondo gli inquirenti era a conoscenza di tutto ma avrebbe mentito ai finanzieri che lo avevano convocato per interrogarlo.

Tutti, dopo l’avviso di conclusione delle indagini, hanno chiesto di essere interrogati e hanno fatto marcia indietro. Non solo hanno ammesso di essere vittime di estorsione ma hanno raccontato fatti nuovi. Tanto che ieri mattina il pubblico ministero Matteo Delpini, all'apertura dell’udienza preliminare davanti al gup Alfonso Malato, ha modificato i capi di imputazione e l’importo della presunta estorsione contestata è stato decuplicato e adesso ammonta a 130 mila euro. Il 10 ottobre scorso la Guardia di Finanza ha eseguito cinque misure cautelari.

Gli indagati - tutti licatesi - inizialmente erano dieci: fra loro anche tre dipendenti delle cooperative di Licata, “Libero Gabbiano” e “Arcobaleno”, estranei alle accuse di estorsione, e un amico di una di loro ai quali veniva contestato di avere mentito quando furono ascoltati dagli inquirenti favorendo i loro stessi presunti estorsori. Il principale imputato è l’avvocato Rosario Magliarisi, 47 anni, ritenuto il “dominus” di fatto delle società: il pm, ieri mattina, ha depositato anche un’attività di indagine relativa ad alcune operazioni contabili; nella lista anche Linda Modica, 49 anni, responsabile delle due comunità d’accoglienza per minori e malati psichici; Angelo Magliarisi, 46 anni, fratello di Rosario, amministratore delle Onlus dall’aprile del 2009 all’ottobre del 2014; Carmela Di Blasi, 67 anni, madre dei Magliarisi, amministratrice delle coop nel periodo antecedente al figlio, Florinda Zagra, 38 anni, impiegata delle coop addetta alla gestione contabile dei rapporti con i dipendenti; e Luciano Ballacchino, 39 anni, amministratore unico della cooperativa “Arcobaleno” dall’ottobre del 2014 al maggio dell’anno successivo. Le principali accuse ipotizzate sono l'associazione a delinquere, l'estorsione e l'appropriazione indebita.

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