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Martedì, 16 Aprile 2024
Licata Licata

"Estorsioni ai dipendenti", accordo fra imputati e vittime per il risarcimento

Tutti i dipendenti delle coop di Licata, tranne uno, hanno raggiunto un accordo e hanno rinunciato a restare in giudizio

I dipendenti delle cooperative ai quali sarebbero state estorte consistenti parti dello stipendio ottengono un risarcimento e ritirano la costituzione di parte civile. Soltanto un ex impiegato ha deciso di proseguire nell'azione giudiziaria restando in giudizio. Nel frattempo il pubblico ministero Simona Faga, che si occupa del processo dopo il trasferimento del collega Matteo Delpini, ha anticipato l’intenzione di volere riqualificare un’accusa di appropriazione indebita in “infedeltà patrimoniale”: la circostanza comporterà la richiesta di non luogo a procedere perché si tratta di un reato perseguibile solo su querela di parte che, in questo caso, manca. Restano sempre in piedi le trattative per definire le posizioni con il patteggiamento della pena, evitando un vero e proprio processo. Ieri mattina i difensori del principale dei sette imputati - l’avvocato Rosario Magliarisi, ritenuto il titolare di fatto delle coop – Nicolò Grillo e Graziano Magliarisi hanno prodotto una consistente documentazione che andrà esaminata dalle parti. Il 17 novembre la questione potrebbe essere riproposta.

Dopo la collaborazione delle presunte vittime, passate da indagate a parti civili, e le nuove contestazioni della Procura, che ha decuplicato l’ammontare della presunta estorsione a 130 mila euro, l’inchiesta che ipotizza il pizzo sulla busta paga ai dipendenti delle cooperative “Libero Gabbiano” e “Arcobaleno” di Licata potrebbe, quindi, arrivare presto all'epilogo se ci dovesse essere un accordo fra difesa e Procura. 

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