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Gli auguri di Natale dell'arcivescovo: "Questa città ha bisogno di ognuno di noi, se ci mettiamo assieme Agrigento è già diversa"

"Ho difficoltà a fare gli auguri. Purtroppo abbiamo trasformato il significato del Natale che sa più di tragedia che di favola. Dire 'buon Natale' è guardare a Gesù che comincia ad essere il grande assente in questa festa, quando invece è lui è il grande protagonista. Dire 'buon Natale' in un momento in cui si parla di licenziamenti, si parla di gente che ha difficoltà a sedersi a tavola per far festa, di giovani che non hanno speranze, di bambini che restano per strada e non hanno la possibilità di andare a scuola, di famiglie in difficoltà, di gente che ha paura di perdere la casa, di malati che sono soli, di anziani che si sentono sbandati perché non hanno nessuno accanto. Di gente che mette le mani nei cassonetti per mangiare e vestirsi, di gente che viene da altre terre e vuole coniugare il verbo al futuro. Ecco allora che questa favola che abbiamo costruito fa a pugni con la realtà che viviamo". Lo ha detto l'arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, in occasione dell'incontro con la stampa per gli auguri di Natale. 

Montenegro scuote le coscienze: "Se ci mettiamo insieme in tanti, il mondo è già capovolto" 

"Gesù viene. E' su questa luce che dovremmo poggiare la nostra vita. Quel bambino che parla oggi ci dice: 'Non aver paura, io ci sono!'. Nel cuore di tanta gente di questa terra, e non solo, c'è inverno dentro. Ma il bocciolo può spuntare perché chi con Gesù cammina trova la forza per andare avanti. Nel dire 'buon Natale' a questa terra, desidero che nei cuori dove c'è sofferenza ci possa essere un po' più di serenità, dove c'è povertà possa esserci davvero speranza, che tutti insieme crediamo di più nella luce e che tutti insieme, guardando lui, riusciamo ad illuminare questa città e questa terra. Mi fa male sentire la rassegnazione che è come la sabbia mobile che risucchia un po' alla volta. A furia di rassegnarci a tutto e a tutti stiamo perdendo l'abitudine di guardare avanti. L'ho detto nel giorno dell'Immacolata: non possiamo solo vantarci del passato, abbiamo il dovere di coniugare il verbo al futuro. Non è Agrigento è stata una bella città. Io vorrei poter dire: Agrigento è una bella città. Perché Agrigento la luce ce l'ha. Perché gli agrigentini hanno intelligenza e capacità che altri non hanno. Questa città ha bisogno di ognuno di noi, ognuno, nel piccolo o nel grande, deve fare qualcosa. Buon Natale, che la speranza sia nel cuore di tutti, che quel bambino diventi per ognuno maestro. Se tanti insieme ci mettiamo, il mondo è già capovolto, Agrigento è già diversa".  

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