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Il "Giardino dei Giusti" si è arricchito: 5 alberi della Valle dedicati a coloro che si sono battuti per la giustizia

Il "Giardino dei giusti" si arricchisce. Altri cinque alberi della Valle dei Templi sono stati dedicati, stamani, ad altrettante personalità la cui opera per la giustizia è universalmente riconosciuta. Le cinque personalità sono state, durante una tavola rotonda presieduta dal prefetto Nicola Diomede, presentate davanti ad una platea di giovanissimi. Poi, lungo la via Sacra, con la scopertura delle cinque stele, c'è stata la dedicazione. L'iniziativa è dell’Accademia di Studi Mediterranei di Agrigento ed è giunta alla sua terza edizione.

Il "giardino dei giusti" si arricchisce

Nel 2015 venne messo a dimora un albero di ulivo dedicato alla memoria di don Pino Puglisi, mentre nel 2016 furono sei e vennero dedicati a Rosario Livatino, Paolo Borsellino, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, Khaled Al Assad (martire di Palmira in Iraq, decapitato dall’Isis) ed alla Guardia costiera che fronteggia l’immigrazione.

Quest'anno la dedicazione è stata fatta a Pietro Rossano, Giovanni Falcone, Boris Giuliano, Moshe Bejski e Marianella Garcia Villas politica ed avvocato del Salvador che fondò la commissione per i diritti umani nel suo paese e fu collaboratrice del vescovo Oscar Romero che venne poi assassinato.

"Uniamo ciò che sono dei beni di carattere monumentale, archeologico e paesaggistico a dei beni che vanno oltre la loro semplice materialità - ha spiegato il prefetto di Agrigento Nicola Diomede - . Questo Giardino dei giusti è un bene immateriale, ma è una giusta memoria nei confronti delle persone che non si sono sottratte alle loro responsabilità di fronte al male. Il significato di questo Giardino dei giusti è ricordare persone che non si sono sottratte alla loro responsabilità. Abbiamo ricordato, durante il convegno, anche Calogero Marrone che è stato ufficialmente riconosciuto come 'Giusto fra le nazioni'. E' un giardino che va coltivato, non solo materialmente ma soprattutto nei nostri cuori". 

"Credo che oggi abbiamo fatto una cosa molto importante ricordando questi giusti e cercando di imitarne l'esempio" - ha detto monsignor Enrico Del Covolo, il rettore della Pontificia università Lateranense. 

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