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Mercoledì, 24 Aprile 2024

25 anni dopo l'anatema di papa Wojtyla, Montenegro: "Mafioso non è solo chi uccide ma anche chi tace"

"Mafioso non è soltanto chi uccide, ma anche chi collabora o è parte tacita. Oggi ricordiamo a costoro che con il loro agire si mettono fuori dalla Chiesa". Monsignor Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, introduce così il documento sottoscritto dalla Conferenza episcopale siciliana che sarà presentato oggi ad Agrigento.

Un testo che ribadisce con fermezza la posizione della Chiesa siciliana nei confronti dei mafiosi, che con il loro agire si pongono fuori automaticamente dal popolo di Dio. Novità rispetto al passato è la posizione anche nei confronti di chi si macchia di omissioni e non aiuta a denunciare e a ripristinare verità e giustizia. 

"L'impegno del credente - continua Montenegro - è quello di vivere una vita coerente che affermi il messaggio della vittoria del bene". 
Montenegro ha anche ribadito come Agrigento sia stata un importante "balcone" dal quale sono stati lanciati i messaggi di due papi, ovvero San Giovanni Paolo II e papa Francesco. 

"Tutti -  ha detto don Franco - hanno guardato ad Agrigento quando venne Giovanni Paolo II e tutti sentirono la scossa di quelle parole, e da allora qualcosa è cambiata anche se sembra che nulla cambi. Lo stesso quando papa Francesco lanciò quel grido silenzioso sul mare per abbattere l'indifferenza. Questi due fatti devono rappresentare per gli agrigentini un impegno a trovare una completezza di vita".
 

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