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Riparte la protesta dei disabili: chiedono libera scelta per l'assistenza domiciliare

Il corteo ha attraversato la via Atenea per concludersi in piazza Pirandello

Pur avendo condizioni di vita difficili non accedono all'assegno di cura che invece è previsto per i disabili gravissimi. Un centinaio di disabili gravi, accompagnati da assistenti e familiari, hanno manifestato ad Agrigento. Chiedono libera scelta per l'assistenza domiciliare. Dalla città dei Templi dunque riparte la protesta con la denuncia pubblica di immobilismo del distretto socio sanitario D1 che dovrebbe gestire l’assistenza ai disabili di 11 Comuni della provincia.

I disabili avevano chiesto di incontrare i sindaci del distretto per concordare le azioni da intraprendere nelle rivendicazioni da presentare alla Regione, solo il primo cittadino del Comune capofila, Lillo Firetto, però era presente in piazza. Lo stesso si è assunto un impegno: entro il 10 giugno ha promesso di convocare l’assemblea dei sindaci del distretto  per una riunione a cui sarà invitata anche una delegazione delle associazioni promotrici della manifestazione.  Una situazione di disagio, che per molte famiglie si traduce in un vero e proprio incubo. 
 

Si riunisce il distretto socio-sanitario

Si riunirà nella prima decade di giugno il comitato dei sindaci del Distretto socio-sanitario con Comune capofila Agrigento, per discutere e dare impulso alle richieste delle associazioni dei disabili.

"Questa determinazione - spiega il Comune di Agrigento con una nota dell'ufficio stampa - nasce dall’incontro che il sindaco Lillo Firetto e l’assessore comunale ai Servizi Sociali, Gerlando Riolo hanno avuto con le organizzazioni dei disabili che in mattinata avevano promosso una manifestazione per protestare contro le lungaggini del sistema burocratico per l’erogazione dei contributi a loro favore. Gli amministratori - prosegue la nota - si sono detti d’accordo sulla necessità di un’assistenza continua e duratura per i disabili, oggi resa difficile dai meccanismi burocratici dei Distretti socio-sanitari e dalla dispersione dei finanziamenti in molti filoni che seguono percorsi differenti.

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