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La "doppia pelle" di Pino Rigoli e quel carro dei vincitori e vinti: Akragas salvati!

Sono cambiati gli attori, ma il protagonista è sempre lo stesso, una sorta di colossal dove Pino Rigoli alla fine la spunta sempre. Un "giustiziere" buono, con il cuore pieno di idee e di nuove strategie

L'Akragas è un film in "biancazzurro", se un regista avesse preso in esame la storia del club di Agrigento avrebbe scelto lo stesso finale. Quando nessuno sembrava più avere fiducia, è arrivato lui: mister Pino Rigoli. Un uomo che fa dell'Akragas la sua "seconda pelle".

Dall'Eccellenza alla D, per poi dire addio. Il suo nome è rimasto dentro i corridoi dello stadio "Esseneto" per un pò, forse non è mai andato via, adesso Rigoli è pronto a cucirsi addosso una salvezza che sa di promozione. Dalla D alla LegaPro è stato Vincenzo Feola il timoniere numero uno, una squadra agguerrita e mai banale è riuscita a conquistarsi sul campo la promozione nel campionato che conta.

All'Akragas il cambio di panchina ha fatto sempre bene, vedi Betta-Feola e Legrottaglie-Rigoli. Il sabbiato di Monreale, il verde di Roccella e adesso si spera nell'immensità del "tempio" biancazzurro: la salvezza passa da Agrigento, salire a bordo è un dovere.

Rigoli ha iniziato l'opera e Rigoli la finirà. Quel tecnico arrivato in una calda estate con la fama da grande e con la voglia da sergente; adesso è più morbido ma le urla non mancano mai. Ci ha provato Nicola Legrottaglie a far dimenticare Pino Rigoli, ma i risultati non lo hanno aiutato, le prestazioni idem.

Il carro dei vincitori non è uguale a quello dei vinti, c'è chi nel lungo cammino che va dall'Eccellenza alla LegaPro ha scelto di scendere e adesso dovrà ricredersi, perchè mai dare per finita questa Akragas. Sono cambiati gli attori, ma il protagonista è sempre lo stesso, una sorta di colossal dove Pino Rigoli alla fine la spunta sempre. Un "giustiziere" buono, con il cuore pieno di idee e di nuove strategie. 

Gli hanno urlato che per lui quella LegaPro era tanta roba, lo hanno dato per spacciato, ma non hanno mai avuto le giuste basi per dirlo, adesso Pino Rigoli si prende l'ennesima soddisfazione. Lui che nella bolgia di Foggia e nella grandezza di Lecce è entrato in campo con la schiena dritta, la salivazione forse sarà stata azzerata, ma lui non lo ammetterà mai, perchè l'Akragas dentro quegli stadi doveva giocarsela senza timore. 

Accanto a lui il solito staff, Roberto La Malfa e Alessandro Russo, il preparatore che sceglie e consiglia i portieri, ed il "prof", colui che detta ritmi e tanto altro. Attorno a loro una società supervisionata da Silvio Alessi e supportata da Marcello Giavarini, in prima linea Peppino Tirri e Dario Scozzari.

Il primo è stato fischiato e offeso, ma non ha mai smesso di credere che dietro le gambe di Madonia e dentro la testa di Di Piazza ci fosse ben altro, alla fine i gol gli hanno dato ragione. Scozzari ha visto sciogliersi allo stadio "Esseneto" il "suo" Catania, lui ha scelto di credere nel progetto Agrigento.

Dietro tutto questo anche il collaboratore Francesco Nobile. Sono diventate ormai famose le promesse ed i "Se l'Akragas dovesse farcerla io...". L'ultima volta si è tuffato dentro una fontana, la seconda si è rasato i capelli e quest'anno? Sono ormai celebri le trovate del biancazzurro, lui che accanto a questa squadra si è fatto scudo di fischi e applausi.

L'Akragas affronterà il Messina, squadra di grande blasone. I messinesi sono salvi ma non appagati. Contro il Messina, per quella promozione-salvezza, serviranno i giganti, servirà una prestazione tosta per fare rifiatare quei vincitori che non hanno mai smesso di credere. Perchè chi ha urlato, gioito, pianto e si è arrabbiato, sarà seduto con una penna in mano pronto a scrivere quel dolce finale di questa stupenda storia: Akragas salva!

Akragas, la cavalcata dei giganti

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