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La storia del panettone: una dolce disattenzione

La storis del dolce più famoso della tavola degli italiani a Natale

E' uno dei dolci più famosi della nostra pasticceria e basta pensare al panettone che è subito Natale; soffice e profumato, ricco di uvetta e canditi nella sua versione più classica, questo dolce milanese è ormai declinato in mille varianti e sapori lungo tutto lo Stivale: cioccolato, pistacchio, creme varie, persino nella sua versione salata resta comunque il re indiscusso della tavole imbandite a festa di questo periodo.

La sua storia

In realtà le origini di questa delizia si perdono nel tempo e la nascita del panettone è legata a numerose leggende. Come tutti i piatti della tradizione anche per il panettone vale la regola che la sua origine coincide con una storia più o meno buffa. Infatti, spesso ad una distrazione segue un'attrazione: se Toni, il cuoco della famiglia Sforza non si fosse distratto, probabilmente oggi non avremmo questa prelibatezza da gustare nei giorni di festa del Natale.

La leggenda infatti racconta che alla corte di Ludovico Sforza, per festeggiare il Natale si preparò un pane dolce a forma di cupola con miele e uva secca. Ma una fortunata disattenzione fece si che l'impasto si bruciasse nella parte esterna. Il dolce con la crosta troppo cotta e spessa, ma dal cuore soffice e fragrante venne però apprezzato così tanto che la famiglia Sforza decise di ribattezzare quel dolce Pan di Toni, da cui poi negli anni a seguire dervò la smorfiatura del nome in panettone.

Questo è quello che tramanda la leggenda, divertente ma poco veritiera forse; la storia invece ci racconta che panettone significa pane grande e rintra nella categoria di quei prodotti da forno che in epoca mediovale venivano arricchiti con zucchero, miele e uva secca per celbrare le feste e al tempo stesso offire alto nutrimento a chi li consumava .

Oggi le sue versioni, come detto prima, sono infinite ed è proprio per tale motivo che i maestri pasticceri milanesi hanno scritto un disciplinare a cui attenersi per conservare integra la ricetta tradizionale del dolce più famoso del nostro Natale. 

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