Primi exit poll sui candidati alla presidenza della Regione, Micari ricorda il "caso" Agrigento
Il rettore non ha voluto commentare - rinviando a domani - e ricordando "un candidato sindaco che andò a letto con 10 punti di vantaggio e l'indomani si svegliò perdendo la competizione elettorale"
Il candidato alla presidenza della Regione Sicilia, Fabrizio Micari, secondo gli exit poll - dell'istituto Piepoli-Noto fatto per la Rai - viene dato fra il 16 e il 20 per cento. Intervenendo a "Speciale elezioni regionali 2017 del Tg 2", Micari non ha voluto commentare - rinviando a domani - i primi exit poll e non lo ha fatto ricordando "un candidato sindaco di Agrigento che andò a letto con 10 punti di vantaggio - sono le parole di Micari - e l'indomani si svegliò perdendo la competizione elettorale".
Il riferimento del candidato alla presidenza, Fabrizio Micari, è alle amministrative del giugno 1993 di Agrigento quando l'avvocato Giuseppe Arnone fu "sindaco per una notte".
Arnone, allora, fu una delle prime vittime della caducità dei sondaggi elettorali. In occasione delle amministrative del giugno del '93 il verde Arnone, sostenuto da liste di sinistra, andò al ballottaggio con l'esponente del Pri Calogero Sodano. Alla chiusura dei seggi gli exit poll, condotti dalla Doxa su un campione di elettori intervistati subito avere votato, assegnarono all'esponente ambientalista un vantaggio di circa dieci punti sull'avversario. Un margine talmente ampio da far dire che non vi erano dubbi sul nome del vincitore.
Ma al mattino dopo l'apertura delle urne riservò ad Arnone, che aveva già festeggiato rilasciando dichiarazioni da sindaco in pectore della Città dei Templi, un'amara sorpresa: Sodano lo aveva superato per una manciata di voti, ottenendo il 50,7 per cento dei consensi contro il 49,3 per cento. La Doxa si difese attribuendo l'errore alla "minore disponibilità" degli elettori del candidato eletto ad ammettere per chi avevano votato.
Gli exit poll dell'istituto Piepoli-Noto fatto per la Rai danno il candidato presidente Musumeci fra il 35 e 39 per cento, il candidato presidente Cancelleri fra il 33 e il 37 per cento e Fava fra il 7 e l'11 per cento.
L'unica cosa certa, almeno per il momento, è che l'affluenza non ha sfondato - ancora una volta - il "muro" del 50 per cento.
