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Giovedì, 28 Marzo 2024
Elezioni Comunali 2015

Elezioni Agrigento, Faro: «Firetto è 'cavallo di Troia' per rigassificatore»

Arnaldo Faro, assessore designato di Silvio Alessi, ha scritto una lettera aperta agli agrigentini sull'argomento rigassificatore, in cui paragona la vicenda e Firetto a quella vissuta dai Troiani con il Cavallo di Troia

Arnaldo Faro, assessore designato di Silvio Alessi, ha scritto una lettera aperta agli agrigentini sull'argomento rigassificatore, in cui paragona la vicenda e Firetto a quella vissuta dai Troiani con il Cavallo di Troia.

ALFANO: «IO SOSTENGO LA CITTÀ, CHIUNQUE VINCA»

«Gli agrigentini meno accorti e, pure, la borghesia poco illuminata della Città dei Templi, si comportano con Lillo Firetto, con la medesima cecità con la quale i Troiani accolsero il mitico Cavallo di Troia, che scambiarono, maldestramente, per un dono degli dei - ha scritto Faro -. Per tale falso convincimento, lo introdussero all'interno delle inespugnate mura della loro città, ignorando, colpevolmente, che nel suo grembo nascondeva l'acerrimo nemico greco, che da lì a breve avrebbe messo a fiamme e fuoco la loro città, segnandone la rovina».

Per l'avvocato agrigentino l'unica differenza consiste nel fatto che il cavallo di Troia nascondeva il nemico, mentre Firetto sarebbe esso stesso «il nemico. Ragione per cui - continua Faro - se un'attenuante va data ai Greci, che non intuirono ciecamente la realtà travestita da cavallo, nessuna può esserne invocata dagli agrigentini dal momento che Firetto appare inequivocabilmente ciò che è: il "nemico", per eccellenza, della Città dei Templi. Infatti, non più tardi del luglio del 2011 (ma i borghesi meno illuminati hanno la memoria corta) si presentava al Consiglio di Stato per  tentare, purtroppo riuscendovi, di ottenere il ribaltamento della sentenza del Tar del Lazio, che aveva bocciato il rigassificatore che l'opera si disloca a circa un chilometro dal parco della Valle mentre la rete metaniera al suo servizio, attraverserà in pieno la Valle dei Templi».

Poi Faro fa riferimento agli ambientalisti di Legambiente, oggi a sostegno di Firetto: «Dicono oggi coloro (ambientalisti ad intermittenza e non) che, avendo a suo tempo avversato il rigassificatore propugnano ora l'elezione di Firetto, le condizioni di mercato sconsigliano nuovi impianti; al punto che sostengono che il "pericolo sarebbe scampato" e Firetto dunque può avere il loro "lasciapassare" per divenire il primo Cittadino di Agrigento, non essendo più pericoloso per la città quale propugnatore dell'opera. In proposito di tale sbilenca tesi, eloquente appare un esempio: se taluno vi puntasse addosso un'arma carica ed, indi, azionasse il grilletto per uccidervi ed il colpo non partisse, perchè la pistola si è inceppata, voi invitereste l'attentatore  a pranzo a casa vostra? Fuor di metafora, è ciò che ha fatto Firetto: il rigassificatore non si farà, non per una sua espressa volontà, ma perchè un fattore esterno ne impedirebbe la realizzazione. Firetto non ha chiesto scusa alla Città di Agrigento per il misfatto compiuto ed anche quando lo facesse, nulla potrebbe fare per impedire la realizzazione  dell'opera dannosa: infatti il suo impegno per il rigassificatore non è stato a titolo personale, ma quale uomo delle istituzioni e primo cittadino di Porto Empedocle; nè egli ha un potere di veto, rispetto alla realizzazione dell'opera, che peraltro sarebbe del tutto inconciliabile , sul piano giuridico e formale, con gli impegni che egli stesso ha assunti con il Comune di Porto Empedocle, con i cittadini della stessa città e con l'Enel stessa».

Tale potere di veto, aggiunge, non spetta più neppure oramai alla Città di Agrigento, che potrebbe solamente mobilitare la propria opinione pubblica per impedirne la realizzazione. «Ma di certo -sottolinea - non un'opinione pubblica capeggiata dall'incompatibile Firetto. Infatti se l'opera, come appare probabile, dovesse realizzarsi (non più tardi di qualche mese fa Firetto, infatti, annunziava l'inizio dei lavori, che sono in corso, mentre la autorizzazione è vigente), "Giano Bifronte" (alias Firetto) non saprebbe dove stare e come collocarsi, se in favore degli empedoclini o degli agrigentini, ma in ogni caso, nell'una e nell'altra situazione, apparirebbe come "un traditore": o degli interessi degli empedoclini , che prima sono stati ammaliati da Firetto sulla validità del progetto industriale a discapito dell'ambiente e che ora aspettano l'indennizzo loro ad personam e per famiglia  promesso, quale ulteriore misura compensativa; o viceversa degli agrigentini, assumendo una posizione neutrale o di distacco o, comunque, di non aperta avversione al rigassificatore, ai quali ha promesso (per voce delle  sue "quinte colonne ambientaliste") per compiacerli durante le elezioni, che il rigassificatore "non ha da farsi"».

«Ed allora, per favore, agrigentini, smettetela, smettiamola di farci male con le nostre stesse mani - dice Faro nell'appello conclusivo -; abbiate il coraggio di guardare in faccia la realtà e negli occhi i vostri figli ed assumete l'unica decisione possibile: rispedite lo "straniero", Firetto-Cavallo di Troia a casa propria. Rimandatelo ai suoi emissari (quei politici che lo sorreggono: loro ben sanno come si può fare danno alla Città di Agrigento, come si può stare a scaldare mentre la gente muore di fame, senza emettere un grido di dolore in nome e per conto della sofferente comunità che li ha eletti)».

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