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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

"Controllare i frantoi per evitare l'inquinamento dei fiumi", la proposta di Marcella Carlisi

Creare un’azione sinergica – questa la richiesta dell'esponente del M5S – fra tutti i Comuni circostanti nel cui territorio insistono oleifici in modo da controllare, attraverso anche le polizie municipali, che non si realizzino smaltimenti illeciti

"Considerato che dall’inizio della stagione autunnale fino alla metà inoltrata dello stesso periodo dell’anno si assiste, sia nel territorio comunale di Agrigento sia dei comuni limitrofi, alla riapertura dei frantoi, è facile prevedere che anche quest’anno riprenda lo sversamento delle acque di vegetazione residuate dalla lavorazione delle olive". Inizia così la mozione presentata in Consiglio comunale dal Movimento 5 stelle Agrigento per impegnare l’amministrazione attiva a "creare un’azione sinergica fra tutti i Comuni circostanti nel cui territorio insistono frantoi in modo da controllare, attraverso anche le polizie municipali, che non si realizzino smaltimenti illeciti; chiedere la collaborazione di enti preposti, associazioni e cittadini per garantire il presidio del territorio anche attraverso una piccola campagna di sensibilizzazione ambientale (interviste, comunicati)
". 

"Negli anni precedenti – spiega Marcella Carlisi, consigliere comunale al comune di Agrigento – lo sversamento è stato documentato e denunciato sia da cittadini che da associazioni che si occupano della salvaguardia dell’ambiente. 
Tale fenomeno nel territorio del comune di Agrigento si manifesta nel fiume Naro. 
Le acque del suddetto fiume provengono a loro volta da altri corsi d’acqua discendenti dalle contrade Burraitotto, Burranito, Gibisa, Malvizzo e Villaggio La Loggia che si trovano al confine tra i comuni di Agrigento, Favara, Naro e Palma di Montechiaro. 
Successivamente questi corsi d’acqua indipendenti si uniscono all’interno del territorio comunale di Agrigento per formare un unico corpo principale che lambisce i quartieri agrigentini del Villaggio Mosè (nella zona Mosella) e Cannatello fino a sfociare nelle immediate vicinanze del quartiere di Fiumenaro". Lo sversamento di questi residui di lavorazione delle olive "innesca – prosegue Carlisi – processi veri e propri dell’inquinamento perché sono sostanze resistenti alla degradazione biologica quindi hanno spiccate proprietà tossiche per tutti gli organismi sottoposti a un’eccessiva concentrazione.
 Non solo ma hanno la capacità di ostacolare la corretta ossigenazione dell’acqua.
 Una delle tante conseguenze è quindi la morte per soffocamento degli organismi in quanto l’acqua risulta carente in ossigeno.
Per questo motivo, dal punto di vista biologico e biochimico, 1 m3 di acque di vegetazione ha un potere inquinante addirittura fino a 200 volte superiore rispetto a 1 m3 di acque reflue urbane! 

I trasgressori sono penalmente perseguibili per reato ambientale".   
 

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