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Agrigento, dimissioni di massa: decaduto il Consiglio comunale

Conferenza stampa urgente al Comune: decade il Consiglio comunale. Il presidente Settembrino: "Siamo stati messi nella impossibilità di continuare il nostro lavoro. Pertanto abbiamo deciso, tutti insieme, di fermarci a due anni dalla elezione"

Decaduto il Consiglio comunale di Agrigento. “Siamo stati messi nella impossibilità di continuare il nostro lavoro. Pertanto abbiamo deciso, tutti insieme, di fermarci a due anni dalla elezione. Il sindaco ha abbandonato la città e il Consiglio; abbiamo cercato di lavorare in tutti i modi con il commissario, ma è stato un continuo muro di gomma. Oggi continuare non avrebbe avuto più senso”. Lo ha affermato - alle 15 di oggi pomeriggio - il presidente del Consiglio, Carmelo Settembrino, nel corso di una conferenza stampa convocata urgentemente oggi pomeriggio negli uffici di Presidenza, durante la quale sono state ufficializzate le dimissioni di massa dei Consiglieri comunali di Agrigento. Il passo indietro arriva dopo il "caso Commissioni" e dopo la nomina del Commissario ad acta per le prescrizioni esecutive del Prg

Hanno presentato le dimissioni i consiglieri Settembrino (presidente), Cicero, Civiltà, Di Rosa, Galante, Galvano, Gibilaro, Gramaglia, Mallia, Mandracchia, Pisano, Puleri, Urso, Vaccarello, Vassallo, Vita e Vullo. Dimissioni che vanno ad aggiungersi a quelle di Messina, Trupia, Amato e Saeva, già presentate la scorsa settimana. 

“Abbiamo deciso di spegnere la luce, - ha detto successivamente Giuseppe Di Rosa - ma ne accendiamo un’altra. Qualcuno ha pubblicato che noi saremmo stati esautorati per quanto riguarda le prescrizioni del Prg. Ma è meglio chiarire: questo Consiglio non ha mai avuto le prescrizioni. E allora noi oggi accendiamo la luce che in tanti avremmo voluto vedere. L’accendiamo potentemente con i fari. Abbiamo contrastato i poteri forti. Noi adesso spegniamo la luce del Consiglio, ma l’accendiamo su un altro problema che nessuno di noi tratterà fin quando la Procura della Repubblica non scioglierà le riserve. Chiudo la conferenza stampa ringraziando i miei colleghi. Vi assicuro che noi, fiduciosi nella macchina giudiziaria italiana, siamo in attesa - quanto la città - di capire se veramente questa terra vuole uscire da ciò in cui si trova. Noi c’abbiamo provato. Ora rimaniamo in attesa che la Procura renda a tutte le nostre famiglie quello che ci è stato tolto”.

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