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Martedì, 23 Aprile 2024
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“Senza commettere un falso storico”, presentato il libro di Cimino e Ventimiglia

Il saggio ripercorre le vicende che hanno condotto all’apertura del museo della Memoria nella ex chiesa madre di Santa Margherita di Belice

Si è svolta questa mattina, a Casa Sanfilippo, la cerimonia di presentazione del libro “Senza commettere un falso storico” di Alfonso Cimino e Massimo Ventimiglia.

Il saggio ripercorre le vicende che hanno condotto all’apertura del museo della Memoria nella ex chiesa madre di Santa Margherita di Belice e restituisce un quadro completo delle riflessioni e delle fasi operative legate alla definizione del progetto di restauro, con gli approfondimenti scientifici, la proposta di riuso e il cantiere d’intervento.

Dopo i saluti di Giuseppe Parello, direttore del Parco della Valle dei Templi e del vicesindaco Elisa Virone, la parola è passata ai relatori che hanno approfondito il tema anche con l’uso di slide che mostravano il prima e il dopo e non soltanto per quanto riguarda l’ex chiesa madre di Santa Margherita Belice.

“I cittadini di Santa Margherita Belice – afferma Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio nazionale degli architetti - pressavano per la ricostruzione filologica della chiesa madre ma, in mancanza di una certa documentazione e di una chiara catalogazione dei pezzi da ricollocare in sito, si sarebbe potuto sfociare facilmente in un fatto ideologico. L’intervento dell’architetto Cimino è teso a rivalorizzare la parte sopravvissuta al crollo".  

“Il restauro da almeno 200 anni coincide con la conservazione e la conservazione non si può fare che degli atti materiali – spiega Francesco Tomaselli, ordinario di Restauro dell’Università di Palermo; - nel tentativo di fare ereditare a chi verrà dopo di noi, alcune sfaccettature della cultura del nostro tempo. Il “com’era dov’era” è una stagione che si è già conclusa. Ci si è accorti che ciò che ricostruiamo altro non è che un falso storico".“Mantenere la testimonianza è importante perché ci permette di portare dietro la dimensione della nostra conoscenza storica, della consapevolezza di chi siamo e dove andiamo – commenta don Giuseppe Pontillo, direttore dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Agrigento - “Senza commettere un falso storico” è la ricerca di ciò che siamo stati letto alla luce di quello che siamo oggi". 

“Il libro che presentiamo oggi – dichiara Riccardo Dalla Negra, ordinario di Restauro dell’Università di Ferrara; - delinea un indirizzo progettuale che si distacca da quella eterna voglia di ricostruire tutto dov’era e com’era. Quello che è venuto meno non può essere ricostruito, quello che c’era prima non può essere ricostruito né filologicamente né in altro modo, tant’è che anche lo stesso termine di ricostruzione filologica non mi ha mai convinto". 

I lavori sono stati moderati da Stelio Zaccaria.

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