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Barman mixologist, le professioni di domani

Preparare un buon cocktail va oltre semplici capacità intuitive. Il mestiere del barman mixologist richiede tanto studio e formazione. Ecco di cosa si tratta e i corsi da seguire per fare di una passione una vera e propria professione

Chi ama aggirarsi vicino a un bancone, ha sicuramente capito che i modi per miscelare un drink sono davvero molti. Ciascuno si ispira a uno stile, a una scuola differente. Altri magari pongono attenzione su alcuni aspetti piuttosto che su altri. Quello dei cocktail è un sistema complesso al pari della cucina o della sommellerie. Nel corso del tempo, anche qui si è assistito al cambio di gusti e di materie prime usate, permettendo al drink di evolversi e mutare bene o male, secondo i diversi punti di vista. 

E con l’evoluzione del bere bene ed educato si è anche evoluta la figura del barman che si è sempre più specializzata ed oggi è un’importante opportunità lavorativa per tutti gli appassionati del settore e per chi magari non ha difficoltà a lavorare in particolari orari e la notte.

Sono sempre di più i giovani, soprattutto chi studia presso gli istituti alberghieri, che decidono di intraprendere questa professione che, oltre ad essere ben remunerata se fatta a dovere, offri anche la possibilità di girare molto, conoscere e lavorare in luoghi lontani e perché no, unire lavoro e divertimento.

Ma cosa fa esattamente un barman mixologist? Le conoscenze approfondite sull’arte dei cocktail che questa figura professionale possiede, non si fermano allo studio e alla preparazione dei drink più sofisticati, ma arrivano anche alla creazione dei cocktail innovativi, con tecniche e segreti che solo i veri mixologist possiedono.

Spesso è stata definita una vera e propria alchimia, quella dedita alla preparazione di composti fatti in casa, amari, interazioni tra distillati e analcolici. Un barman dedito alla mixology rappresenta prima di tutto uno studioso del palato e dei suoi recettori a contatto con drink e misture liquide, un esperto di concentrazioni amare, dolci, salate e acide che riesce a creare ricette classiche sempre rinnovate oppure nuovi drink, per un’esperienza di gusto esclusiva.

I bartender storici sono stati dei veri pionieri della mixology, come Jerry Thomas a Harry MacElhone, degli studiosi di distillati e cocktail, tali da inventarne sempre di nuovi, proponendoli in base alla ricerca sui sapori ma anche sulle possibili tendenze del momento.

Un mixologist è un barman che crea il mix in grado di esaltare o moderare i sapori, un equivalente dello chef in cucina, che unisce note amare o dolci, intense o morbide, per creare l’unicità delle ricette cocktail più classiche o contemporanee.

Il barman classico, che esegue in maniera impeccabile la preparazione dei cocktail e delle ricette drink più richieste, di certo non è un professionista da meno, ma c’è da dire che diventare barman esperti di mixology non è da tutti, ed occorrono studi, preparazione, talento e sempre nuove ricerche nel campo del gusto liquido!

Cos’è la mixology

Uno stile di lavoro del barman, che lavora sopratutto sul lato dell’esecuzione dei cocktail, nella scelta degli ingredienti ma non solo. Anche movimenti e abbigliamento sono differenti da quelli del barman classico. I movimenti sono meno veloci ma eleganti, pensati per un versaggio accompagnato ad una spiegazione del cocktail, che deve essere più affascinante possibile per il cliente.

La miscelazione, arte praticata da sempre, si è evoluta con la mixology attuale che unisce il sapere della liquoristica, dei sapori di infusione e dell’arte di creare amari e bevande esclusive.

Il barman esperto nella mixology studia il passato e lo fonde alle tecniche contemporanee di lavoro, comunicando sempre al meglio il suo operato. L’arte del bere miscelato, rappresenta un equilibrio tra sapere, ingredienti alcolici e non, selezioni di frutta e verdura, dettagli di decorazione.

Lo studio della storia è importante per proporre al cliente dei cocktail che siano una somma della storia del bartending e dell’umana convivialità tramite il bere.

Lo stile di un barman, in ogni caso, si deve distinguere e distinguere il locale dai tanti altri: in questo, un barman mixologist è in grado di sostenere un contatto con il cliente che migliora l’immagine del locale stesso.

Per fare un esempio pratico, abbiamo messo a confronto due grandi mode del drink-system: il Flair bartending (o anche solo Flair) e la Mixology

Il Flair racchiude quel mondo fatto principalmente di acrobazie nella creazione dei cocktail al punto da rendere l’esperienza alcolica quasi uno spettacolo per il cliente, senza mai dimenticare la qualità del bere. La tendenza nasce a metà ‘800 ma ha preso piede in Italia solo negli anni ’90. La popolarità di questa tecnica ha sicuramente dato una forte spinta nel creare interesse per il bar tanto da affermarsi come la migliore espressione di bartending fino agli anni 2000. La moda però non è mica finita. La passione per questo stile è ancora vivoe sono in tanti che ancora sapientemente nelle discoteche o nei club più alla moda  a miscelare girando le bottiglie e mostrando super acrobazie.

Dall’altro lato si contrappone lo stile più serioso e preciso, quello della Mixology; movimenti decisamente meno acrobatici ma estremamente eleganti, con un ritorno alle origini, basato sulla misurazione attenta degli ingredienti e una spiegazione del drink raffinata e affascinante. Se da un lato si predilige la spettacolarizzazione nella creazione, dall’altro si tende a valorizzare l’esperienza di consumo.

Due metodi quindi molto diversi tra loro, se vogliamo imparagonabili, ma che forse possono essere uniti per raccogliere i lati positivi di entrambi.

Come studiare da Mixology?

Sono sempre più numerosi i corsi per intraprendere questa professione giovane e dinamica. Esistono sia corsi sul web che verie e proprie scuole professionali.

Mixology Academy

Flair Academy

Allcholica

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